Malus domestica, comunemente conosciuto come melo, è una pianta da frutto che appartiene alla famiglia delle Rosaceae, che a sua volta viene inserita nel sottogruppo delle pomacee.
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Origine e diffusione del melo
Originario dell’Europa, tracce di questo frutto, utilizzato come alimento dall’uomo, si sono trovate negli insediamenti del Neolitico, circa 5000 anni fa. Oltre ad essere una delle piante da frutto con origini più antiche, oggi è sicuramente anche la più diffusa in tutto il mondo.
Questo albero, in Italia, è particolarmente apprezzato nei frutteti familiari delle regioni settentrionali, anche se è doveroso specificare che coltivare questo albero con metodi biologici e rispettosi per l’ambiente non è sempre un compito facile.
È comunque possibile ottenere un soddisfacente raccolto seguendo accorgimenti e tecniche preventive, per cercare di mantenere il più possibile in salute il melo.
Starà inoltre nell’intelligenza del coltivatore, o del consumatore, dare priorità a un frutto salutare e di qualità, rinunciando ad una forma perfetta o una notevole grandezza a cui siamo stati tutti abituali dalla commercializzazione di massa.
Differenti varietà di alberi di mele

Esistono moltissime specie di melo, alcune da fiore, che producono frutti piccoli e variamente colorati che solitamente vengono utilizzati come piante ornamentali o come impollinatori dei meli da frutto.
Ci sono diverse centinaia, forse migliaia, di varietà di meli da frutto, derivanti da mutazioni spontanee che sono avvenute nel tempo, caratterizzate da diversità del colore del frutto e da piante di dimensioni più contenute ma dalla fruttificazione più abbondante.
Queste piante sono soprannominate meli “spur”, particolarmente consigliati da piantare in giardini casalinghi o frutteti familiari.
Clima ideale per coltivare il melo
Il clima ideale per il melo da frutto, in Italia, si può trovare nelle vallate alpine e prealpine, ad altezze comprese tra i 200 e i 700 metri, ma tuttavia lo si può tranquillamente coltivare anche a altitudini maggiori caratterizzate da inverni più freddi o nelle pianure settentrionali.
Questo albero, infatti, tollera molto bene temperature minime anche di -25 gradi, con l’esigenza, per molte varietà, di trascorrere l’inverno accumulando molte ore con temperature comprese tra gli 0 e i 14 C, per permettere alle gemme dormienti dell’albero un risveglio più vigoroso nella primavera seguente.
Coltivare un albero di mele al meridione, dove gli inverni sono solitamente miti, è comunque possibile, avendo però cura di scegliere una varietà dalle caratteristiche maggiormente adeguate, caratterizzate da un minore fabbisogno di freddo.
Terreni dove piantare il melo
Il terreno ideale per il melo è di varia natura: infatti, con svariati portinnesti disponibili, si può scegliere il più adeguato in base alle caratteristiche del proprio terreno. Senza dimenticare una piccola accortezza: evitare di piantare questo albero in presenza di terreni eccessivamente calcarei.
Grazie all’ampia gamma di portinnesti, scegliendo una pianta dallo sviluppo modesto si può coltivare il melo anche in vaso. Sarà indispensabile garantire un vaso adeguato allo sviluppo dell’apparato radicale, irrigare frequentemente e arricchire il terreno con fertilizzanti organici o minerali naturali, che aiuteranno la pianta a reperire gli elementi fondamentali che solitamente si trovano nel terreno.
Accorgimenti per la coltivazione del melo

I meli si piantano in autunno, dopo la caduta delle foglie, oppure in febbraio – marzo, prima del risveglio delle gemme. È opportuno scavare una buca più grande del pane di terra contenuto nel vaso al momento dell’acquisto, così da favorire il radicamento della pianta che, trovando terreno precedentemente smosso e concimato, si espanderà con maggiore facilità.
All’atto del trapianto, nella buca è opportuno aggiungere elementi nutritivi come compost o letame ben maturi, che verranno pressati nel terreno per rendere l’area smossa nuovamente compatta. Successivamente, irrigare e garantire umidità all’apparato radicale, specialmente nei mesi successi al trapianto. La concimazione azotata dovrà essere ripetuta ogni anno, nel periodo freddo.
Per quanto riguarda l’impollinazione, quasi tutte le varietà di melo sono autosterili, per cui, per chi vorrà coltivare questo albero nel proprio frutteto biologico, sarà necessario coltivare almeno un paio di varietà interfertili tra loro e a fioritura contemporanea, per favorire una corretta impollinazione e una conseguente abbondante fruttificazione.
Se, invece, non si avesse il necessario spazio per piantare due alberi, si può richiedere al proprio vivaista, o a qualche esperto, di innestare più varietà sull’albero, al fine di ottenere diverse varietà interfertili nutrite dallo stesso fusto. Così facendo, l’albero assumerebbe anche uno stupefacente effetto decorativo, dove si potrà ammirare la maturazione di frutti di diverso colore sullo stesso albero.
I frutti: le mele

Una pratica fondamentale per la coltivazione dei meli è il diradamento manuale dei frutti. Questa operazione si rende necessaria anche nei frutteti di famiglia, o al singolo albero piantato in giardino.
Grazie a questo intervento, che solitamente si effettua a maggio, si garantisce alla pianta maggiore forza e vigoria per portare a maturazione i frutti prescelti.
Questi frutti, beneficiando di maggior apporto nutritivo, al momento della raccolta risulteranno più grossi e maggiormente commerciabili.
Le mele, che solitamente maturano da luglio – agosto a ottobre – novembre (a seconda della varietà), vengono abbondantemente consumate per le proprie salutari proprietà: sono infatti ottimi frutti per la concentrazione di vitamine essenziali, come la vitamina A, B e C, oltre ad essere ricche di sali minerali.
La potatura del melo si differenzia molto a seconda dell’esigenza dell’impianto, o per garantire anche scopi estetici se coltivato in giardino.
- Neri, Davide (Autore)