Questo è il mio personale modo di interpretare ed impostare la potatura indifferentemente su tutte le specie fruttifere, applico solo alcune piccole differenze in base al sistema di allevamento del frutteto, alla meccanizzazione dell’azienda e ad altre situazioni particolari. Soprattutto l’impatto sulla percentuale di riduzione della chioma è molto diverso da molti potatori che secondo me riducono troppo ramificazione e fogliame, che serve invece a proteggere la pianta dalla ormai frequente insolazione eccessiva estiva e lascia comunque un sufficiente numero di foglie che servono alla pianta oltre che per produrre zuccheri per i frutti anche per produrre sostanze per proteggere il proprio stato di salute e difendersi dalle avversità.

I principi generali del mio Metodo di potatura si possono sintetizzare come di seguito:
- Non eseguire tagli drastici e di grosso spessore e forti riduzioni della chioma (in natura la potatura è limitata a neve, fulmini e animali e le foglie servono alla pianta non solo per formare bene i frutti ma anche per difendersi dalle avversità parassitarie), massimo dal 20 al 30% di riduzione della chioma a seconda dei casi (guardate bene quanti rami lasciate per terra per rendervi conto). Lasciate sempre qualcosa da tagliare il prossimo anno!
La percentuale suddetta può aumentare nel caso di piante malate o da riformare drasticamente. - Eseguire pochi tagli e su branchette o branche importanti, ma non di grosso spessore, a meno che non si debba per forza riformare la struttura della pianta, soprattutto quando avete molte piante da potare.
- Fare sempre i “tagli di ritorno” appena sopra una gemma, assicurando una gemma apicale che faccia il “tiraggio della linfa”.
- Equilibrare gemme a fiore e a legno, senza far prevalere troppo le prime. Poi diradare successivamente sui frutti.
- Verificare bene su che legno produce quella specie e regolare la potatura di conseguenza. Aggiustando anche con la potatura verde (soprattutto su succhioni e polloni).
- Fare entrare aria (vento) e luce nella chioma (per una buona fotosintesi e prevenzione delle malattie).
- Fare tagli precisi con trance e cesoie , non troppo obliqui e quelli grossi, col doppio taglio prima sotto, i rami lunghi vanno prima raccorciati per evitare scosciamenti.
- Togliere rami incrociati, sovrapposti e ombreggiati, malati, succhioni e polloni, questi ultimi soprattutto nell’olivo su olivastro (usare i succhioni per fare talee).
- Cercare di non far salire troppo verso l’alto la chioma della pianta (soprattutto in olivo) per facilitare la raccolta a meno di impostazioni particolari di piante solo ad uso ornamentale o paesaggistico.
- Usare anche le piegature dei rami e l’anellatura o decorticazione anulare (ma questo necessita di molta manodopera su discrete estensioni di frutteto)
- Guardare la pianta da lontano, spostandosi indietro diverse volte e armonizzare la chioma, senza violentare troppo la fisiologia della pianta (specie se non siete imprenditori agricoli con necessità di reddito).
- Non pensare solo alla produzione della pianta, ma anche al suo benessere e alla complessità e diversificazione dell’ecosistema frutteto.
- “Diatriba fra mastice sì e mastice no”. Io dico si al mastice ma solo nei tagli oltre 6-8 cm di diametro e dopo qualche giorno che si asciughi bene.
Oppure spennellare i tagli più grossi con una poltiglia fatta con olio di scarto e un 1/2 cucchiaino da te di solfato di rame ben disciolto. - Disinfettare con prodotti a base di rame gli attrezzi di potatura su piante malate, o lasciarle da potare per ultime (es. rogna dell’olivo o Mal dell’Esca nella vite).
- Usare cesoie e seghetti di buona qualità, da affilare e registrare dopo ogni annata di utilizzo.
- Meglio usare gli svettatoio con prolunghe che le scale, ci sono molti meno rischi di infortuni.
Rispettando queste regole di base ogni anno possiamo gestire al meglio le potature del nostro frutteto, prevenendo malattie e bilanciando la produzione della pianta che quindi garantirà un buon raccolto ad ogni anno evitando la cosiddetta “alternanza” della produzione di frutta derivante principalmente da potature squilibrate.

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