Se ti affascina l’idea di produrre funghi, ma non sai ancora con quale specie iniziare, questa lista fa al caso tuo.
Anche se si è alle prime armi, è possibile ottenere ottimi risultati scegliendo i funghi più facili da coltivare.
Come si può notare, tutte le specie di questa lista appartengono alla categoria dei saprotrofi primari, questo perché, come spiegato più in dettaglio nell’articolo cosa sono i funghi, essendo i primi decompositori della materia organica di cui si nutrono, non necessitano di un compostaggio del substrato, ma hanno relativamente poche esigenze per svilupparsi e fruttificare.
Il segreto nella coltivazione di funghi sta tutto nel predisporre le giuste condizioni di crescita, sia per quanto riguarda il nutrimento prediletto da ciascuna specie, sia per i parametri ambientali; per questo motivo, alla breve descrizione del tipo di fungo, segue una panoramica sulle sue specifiche esigenze.
Indice dei contenuti
Come coltivare i Pleurotus ostreatus
(nome comune: GELONE)
Saprotrofo. Questo tipo di fungo si nutre di alcuni tipi di materiale organico come la paglia e la segatura. Il Pleurotus ostreatus è il fungo più facile da coltivare.
Cresce nelle foreste di latifoglie in tutto il mondo. È un fungo che si adatta bene alla stagione fredda e per questo si chiama anche Gelone.
I Pleurotus, dato che in natura vivono su substrati legnosi formati prevalentemente da carbonio, hanno bisogno di una fonte di azoto che possono ricavare da nematodi e microbi.
Si raccolgono prima che il bordo del cappello sia completamente spianato perché, subito dopo, il fungo inizia ad auto-digerirsi (e quindi a degradarsi) per aumentare la produzione di spore.
Metodo di coltivazione
Su substrato pastorizzato, in secchi o sacchi: livello principiante.
Funzionano bene paglia, segatura di latifoglie, vari scarti agricoli legnosi ammendati con crusca fino al 10%, come fonte di azoto.
Nei tronchi: livelli principianti, preferisce pioppo, betulla, acero, quercia, faggio, salice.
Coltivazione al chiuso (secchielli): il Pleurotus ama temperature di incubazione di circa 24 gradi per 17 giorni. Fruttificano al meglio tra i 10 e i 21 gradi con un’umidità dell’88%.

Come coltivare i Cyclocybe cylindracea
(nome comune: PIOPPINO)
Saprotrofo e blando parassita. Può essere difficile da riconoscere in natura per un principiante, perché ci sono diverse specie che gli assomigliano.
Cresce cespitoso su tronchi di latifoglia, ha l’anello e il cappello, è di colore bruno che si schiarisce via via che matura.
Produce anche una volta al mese all’aperto, condizioni meteo permettendo. Ha ottime qualità organolettiche e si trova quasi tutto l’anno anche al supermercato.
La produzione indoor è meno abbondante rispetto ad altri funghi e per questo il loro costo è piuttosto elevato.
Metodo di coltivazione
Su tronchi: livello principianti, predilige latifoglia.
Al chiuso: cresce meglio su substrato di segatura sterilizzata e ammendata, in secchielli o sacchetti – livello intermedio
Il Pioppino ama temperature di incubazione di circa 24 gradi per 17 giorni. Fruttificano al meglio tra i 10 e i 19 gradi con un’umidità dell’88%.
La formazione dei primordi (il primo stadio di crescita del corpo fruttifero) avviene più velocemente se subisce un leggero shock termico; quindi, va bene posizionare i sacchetti o i secchielli in un posto più caldo durante l’incubazione e poi trasferirli al fresco per fruttificare.
Ci si possono aspettare un paio di raccolti a distanza di qualche settimana.
Come coltivare i Lentinula edodes
(nome comune SHIITAKE)
È un vero saprotrofo perché cresce solo sul legno morto. Lo shiitake ha qualità antibatteriche ed è ricco in betaglucani che sono antinfiammatori. È il secondo fungo più coltivato al mondo dopo lo champignon ed è di facile coltivazione su tronchi.
Metodo di coltivazione
Sui tronchi: livello principianti.
Questa specie ama crescere sul legno di quercia, faggio, castagno ma anche su acacia e ontano.
Per la coltivazione all’aperto ama un posto tiepido e ombreggiato e possibilmente umido. La prima fruttificazione avviene entro 12-18 mesi dal momento dell’inoculo.

Come coltivare i Stropharia rugosoannulata
La Stropharia, saprotrofo primario e secondario, è un fungo molto bello, dai colori rosso violaceo, con lamelle viola. Può essere difficile da coltivare al chiuso poiché preferisce un substrato ricco di microbi complessi.
Questo fungo predilige climi temperati freschi, subtropicali e può raggiungere dimensioni notevoli, anche se è più gustoso da giovane. Il micelio di Stropharia è in grado anche di intrappolare e uccidere i nematodi che potrebbero nutrirsi delle radici delle orticole.
Metodo di coltivazione
Nell’orto: livello principiante.
È facile da coltivare all’aperto in letti di cippato di latifoglia lasciati prima in ammollo nell’acqua o su paglia inoculata con micelio cresciuto su cereali, segatura o cartone.
Il micelio su cartone si può espandere posizionando la parte terminale del gambo tra fogli di cartone inumidito.
Questa specie ama anche paglia e foglie.
Al chiuso: del terriccio ricco di batteri o un casing layer (strato superficiale) di compost possono stimolare la fruttificazione. La Stropharia produrrà quando il cambio stagionale sarà di suo gradimento.
Come coltivare i Flammulina velutipes
(nome comune: FUNGO DELL’OLMO)
La Flammulina, un altro saprotrofo primario, ha in natura un aspetto molto diverso da quella coltivata a scopi commerciali (N.B.: non si può coltivare in Italia, eppure la si può acquistare nei negozi di alimenti asiatici, perché così dice la legge).
La Flammulina coltivata è quasi completamente bianca e forma dei mazzetti lunghi e sottili come spaghetti.
Quella selvatica ha invece le seguenti caratteristiche:
- Cappello rossiccio tendente all’arancio e viscido quando bagnato
- Lamelle dal bianco al giallo in forma convessa
- Gambo libero, più scuro alla base e dorato in cima, ricorda il velluto
- Sporata bianca
La Flammulina dà il meglio se coltivata in giardino su tronchi e può sopportare temperature anche molto basse, infatti, dalle nostre parti si trova spesso d’inverno, anche sotto la neve.
Metodo di coltivazione
Su tronchi: livello principiante.
Cresce preferibilmente su tronchi inoculati con spine di legno di faggio. Si possono lasciare dapprima fuori terra finché il micelio li ha colonizzati (alcuni mesi) e poi interrare parzialmente, a seconda delle caratteristiche del proprio terreno
Come coltivare i Pleurotus eryngii
(nome comune: CARDONCELLO)
L’Eryngii, un saprotrofo primario, ha un cappello convesso che forma quasi un imbuto con un gambo robusto.
Al contrario di altre specie di Pleurotus, cresce verticalmente dalla parte superiore del substrato e può diventare molto grande.
Esistono molte varietà e ibridi tra l’Eryngii e l’Ostreatus, ma tutte producono funghi molto carnosi e dal sapore delizioso.
Sempre a differenza degli altri Pleurotus se trova le condizioni adatte cresce bene anche direttamente nel terreno e questo lo rende potenzialmente ottimo per la biorimediazione.
È un fungo molto conosciuto e apprezzato nel sud Italia, mentre al nord si usa ancora poco.
Metodi di coltivazione
In secchielli o sacchetti: livello principiante/intermedio a seconda del clima.
Il cardoncello ama una proporzione di 4:1 di segatura e paglia (o altri scarti agricoli ammendanti con 10% di crusca).
A differenza degli altri funghi, l’eryngii necessita di una copertura di torba (il “casing layer”) che mima il tappeto di foglie del bosco, per fruttificare- I coperchi dei secchielli vanno perforati e posizionati a 5cm dal substrato, poi una volta spuntati i primordia, va rimosso completamente il coperchio per non intralciare la crescita del fungo.
Coltivazione al chiuso (secchielli): L’Eryngii predilige una temperatura di incubazione di circa 24 gradi e dopo circa 14 giorni inizia a fruttificare, meglio se tra i 15 e i 21°C con umidità all’88%.
Come coltivare i Hericium erinaceus
(nome comune: CRINIERA DI LEONE)
È un meraviglioso saprotrofo dalla forma arrotondata (a palla) che ricorda la criniera di un leone per i numerosi filamenti bianchi che lo distingue. In natura si trova sulle ferite di alberi di latifoglia ancora vivi o recentemente tagliati e in climi temperati, però può essere anche coltivato in vasetti di segatura oppure su tronchi.
Il micelio è debole e a filetti, difficile da distinguere dalla contaminazione, può risultare complesso espanderlo e se coltivato in contenitori ha necessità di substrato sterile.
Per la fruttificazione invece non ha grosse richieste. Gli effetti positivi di questo fungo sulle funzioni cognitive del cervello sono stati studiati in modo esteso, soprattutto con i pazienti di Alzheimer.
Metodo di coltivazione
Su tronchi: livello principiante/intermedio.
All’Hericium piace crescere su tronchi inoculati con spine di legno di faggio. cresce bene su tronchi di faggio, olmo, acero, quercia, ontano o betulla.
Non ha una grande resa e ci si può aspettare un raccolto all’anno per tronco, di più se parzialmente interrato.
Al chiuso: livello intermedio
Cresce preferibilmente su segatura di latifoglia sterilizzata. Il tempo di incubazione è di circa due settimane e un leggero shock termico può accelerarne la fruttificazione, che avviene al meglio con temperature piuttosto basse tra i 13 e i 18 °C.

Come coltivare i Pleurotus djamor
Questo Pleurotus forma dei bouquet di funghi di un bellissimo colore rosa. Il colore sbiadisce via via che il fungo invecchia e con la cottura, ma si mantiene con l’essiccatura.
Il micelio è molto sottile e filamentoso e può essere confuso con una contaminazione.
Facile da coltivare, cresce velocissimo d’estate o in climi caldi, ottimo su substrato di fondi di caffè perché la velocità di crescita batte sui tempi eventuali contaminazioni dovute alla ricchezza del substrato.
Il djamor ama le giornate umide e calde, quindi è un perfetto fungo estivo.
Metodi di coltivazione
Su substrato pastorizzato: in sacchetti o secchielli. Livello: principianti. Come substrato questa specie ama paglia o segatura di legni duri, addizionata con max 10% di crusca o 20% di fondi di caffè freschi.
Sui tronchi: livello principianti. Questa specie ama ontano, faggio, betulla, olmo, acero, quercia, pioppo e salice.
Coltivazione al chiuso: in secchielli, temperatura di incubazione attorno ai 27°C, per circa 9 giorni. Fruttificano al meglio tra i 20 e i 30°C con un’umidità dell’88%.
Come coltivare i Trametes versicolor
Un fungo saprotrofo primario facilissimo da riconoscere per l’aspetto che ricorda la coda di un tacchino (da cui deriva proprio il nome comune con cui è conosciuto, soprattutto nei paesi anglosassoni “turkey tail”).
La superficie è vellutata e a righe che possono essere di tantissimi colori, dal panna al giallo, arancione, verde, grigio, rosso e blu. Sottile e flessibile, l’imenoforo (il lato inferiore del cappello) è costituito da tanti piccoli pori bianchi al posto delle lamelle.
Si trova facilmente in tutto il mondo e spesso cresce sui tronchi abbandonati in giardino…
Nella medicina tradizionale cinese è usato come tonico e diversi studi hanno confermato le sue proprietà immunostimolanti e antitumorali.
Il Polisaccaride-K (PSK), derivato dal Trametes, viene utilizzato in Giappone per trattare i pazienti oncologici. Il Trametes può crescere sulla segatura o più facilmente ancora su tronchi.
Metodo di coltivazione
Sui tronchi: livello principiante/intermedio. Il Trametes ama crescere su tronchi adagiati a terra.
Anche in vasi di plastica coperti di segatura di legni duri e poi sabbia. Preferisce tronchi di ontano, olmo, quercia, pioppo e quasi ogni altro tipo di latifoglia.
Al chiuso: su substrato pastorizzato in secchielli o sacchetti – livello principiante/intermedio. Come substrato questa specie predilige segatura di latifoglia o cippato addizionato con max 5% di fibra.
Come coltivare i Ganoderma lucidum
(nome comune: REISHI)
Il Ganoderma è il fungo dell’immortalità per la medicina cinese ed è riconoscibilissimo per la caratteristica forma a mensola, la superficie lucida dai toni marroni e aranciati, con un evidente bordo bianco.
Sono potenti medicinali e, cosa ancora più interessante, sono di facile coltivazione sia all’aperto che al chiuso. Il micelio del Reishi è particolarmente aggressivo ed è in grado di difendersi abilmente dall’attacco di altri funghi e batteri, grazie alle sue proprietà antifungine e antibiotiche.
È alla portata persino dei coltivatori di funghi che non dispongono di un laboratorio e il raccolto è abbondante.
Prendersi cura della propria immortalità non è mai stato così semplice!
Metodi di coltivazione
Il Ganoderma cresce bene sia su tronchi, ceppi e segatura di latifoglia.
Sui tronchi: livello principianti.
I tronchi di latifoglia devono essere stati tagliati da poco, al massimo un mese prima dell’inoculazione. Dopodiché la colonizzazione avviene in circa 6-8 mesi e a questo punto i tronchi vanno interrati completamente.
Il Reishi in genere inizia a fruttificare in primavera e continua per tutta l’estate.
Coltivazione al chiuso: livello principianti. In secchielli o sacchetti, su substrato di cereali o segatura ammendata. La fruttificazione è molto veloce, avviene in circa 2-3 settimane, anche se il corpo fruttifero poi ha una crescita più lenta.
La lista dei funghi più facili da coltivare potrebbe continuare, ma queste sono le specie più comuni ed apprezzate, sia per il loro uso in cucina che per le proprietà medicinali.
Riproducendo questi funghi su tronchi, cippato o mico-pacciamature, si possono ottenere raccolti tutto l’anno, poiché, tra questi dieci funghi, ce ne sono alcuni che fruttificano con il caldo, altri che sopportano bene il freddo e quasi tutti che amano le mezze stagioni.
Ora non resta che scegliere con quale iniziare!