Perché è fondamentale un’efficace irrigazione delle piante da orto in vaso per avere un buon raccolto, come annaffiare le piante in vaso, quanto e quando annaffiare l’orto in terra o sul balcone, i sistemi automatici e manuali per annaffiare e irrigare i vasi quando siamo in vacanza.
Perché annaffiare è importante
Prima di descrivere i sistemi per una efficace irrigazione delle piante da orto sul balcone, rispondiamo alla domanda delle domande: perché è così importante annaffiare le piante?
La risposta porta ad una domanda ancora più profonda: perché è così importante l’acqua per la vita?
Qui si apre un capitolo letteralmente grande come il Pianeta, ma lo chiudiamo immediatamente con una semplice riflessione: la vita sulla Terra nasce nell’acqua, forse 4 miliardi di anni fa e il nostro legame strettissimo con l’acqua non si è mai spezzato, e per nostro intendo di tutti gli esseri viventi, animali, vegetali, unicellulari o organismi complessi: la vita dipende da quella molecola fatta da un atomo di ossigeno legato a due atomi di idrogeno: H₂O, semplice e miracolosa.
Quante storie per un po’ d’acqua per annaffiare le piante, diranno alcuni tra chi legge.
Ma qui abbiamo un po’ il chiodo fisso della consapevolezza e dunque capire che nessuna delle operazioni che svolgiamo nell’orto come sul balcone è banale, capire l’importanza e la grandezza di quello che facciamo ci aiuta a farlo meglio e volentieri.
Tutto è costituito per lo più d’acqua, perfino noi che siamo materialmente piuttosto densi ne siamo composti da un buon 60 %, i nostri pomodori e la nostra insalata, ortaggi dei quali andiamo così orgogliosi, devono il 95 % della loro consistenza all’acqua…
Ecco che la domanda perché è così importante annaffiare il nostro orto balcone ha ora una sua risposta piuttosto convincente.
Perché l’acqua è così importante per piante
Lo abbiamo capito tutti: niente acqua, niente ortaggi nei vasi del nostro orto balcone.
Ma cosa succede tra quando riempiamo l’annaffiatore o apriamo la valvola per alimentare il nostro impianto di irrigazione per bagnare il nostro letto di semina a quando raccogliamo le foglioline di rucola da aggiungere sulla pizza?
Per prima cosa l’acqua riattiva la vita nel seme che giace dormiente e tranquillo nella sua bustina delle sementi.
Il seme è qualcosa di miracoloso, è vita che per ripartire ha bisogno dell’acqua che gonfia i tessuti permettendo, insieme ad altre condizioni ambientali, la ripartenza della vita dell’embrione.
L’acqua è il veicolo attraverso il quale la pianta porta dentro di sé le sostanze nutritive necessarie presenti nel terreno e che nell’acqua si disciolgono in soluzione.
Al tempo stesso l’acqua permette al terreno di vivere, in particolare all’humus di mandare avanti la sua fondamentale attività batterica che genera nutrimento per piante e funghi.
Se guardassimo con il microscopio il tessuto di una pianta, tutto il traffico di molecole che si spostano dentro e fuori dalle cellule avviene in una soluzione acquosa.
Ma l’acqua è fondamentale per un altro aspetto “miracoloso” proprio di piante e di certe alghe: la fotosintesi clorofilliana.
Sappiamo tutti che è la luce la protagonista, quella che eccita il processo chimico della fotosintesi al quale dobbiamo immensa gratitudine se l’aria del pianeta è respirabile.
Non tutti sanno che l’acqua è altrettanto fondamentale: semplificando estremamente diciamo che sono le molecole di idrogeno dell’acqua che vengono cedute alle molecole di anidride carbonica assorbita dalle foglie della pianta, da questo processo (carbonio più idrogeno) si creano le molecole di zuccheri, mentre l’ossigeno rimanente viene liberato da altri compiti se non quelli di rendere l’aria un insieme gassoso respirabile.
L’acqua la ritroviamo protagonista nella vita in migliaia di altre situazioni, si scompone, si ricompone, passa dallo stato gassoso a quello liquido e a quello solido, a seconda delle temperature sta ferma o si muove.
Un vero portento, e per questo va trattata con l’importanza che merita quando la distribuiamo sulla terra che ospita le nostre piante.

L’acqua del rubinetto va bene per le piante da orto
Cloro, calcio (il calcare contro cui lottiamo per salvaguardare scaldabagno e lavatrici) sono di solito disciolti nell’acqua distribuita dagli acquedotti.
Il calcio è un elemento che l’acqua incontra nel suo cammino da quando la goccia di pioggia tocca il terreno e viaggia verso la falda o le cavità sotterranee dove si accumula (l’effetto più spettacolare ma anche esempio eclatante sono le stalattiti e le stalagmiti che troviamo in certe grotte), il cloro viene aggiunto in piccole dosi per rendere l’acqua potabile, vale a dire rende incompatibile la vita ai microrganismi pericolosi per l’uomo.
Ma il cloro non è apprezzato dalle piante.
Ad alte concentrazioni, come quello che troviamo nell’acqua della piscina è deleterio, ma anche a basse concentrazioni disturba la corretta crescita delle piante così come la produzione di queste alla quale aspiriamo.
Il calcio del calcare è in realtà uno degli elementi presenti in natura nel terreno, ma somministrandone troppo con l’acqua di irrigazione modifichiamo il pH del terreno che tenderà ad essere alcalino e questo diventa un problema per le piante che prediligono un terreno leggermente acido.
Inoltre l’acqua del rubinetto quando esce ha una temperatura piuttosto fredda, e se questo è un bene per la sua salubrità e per il senso di benessere che genera quando la beviamo, può essere un trauma per la pianta in orto, quando, soprattutto in estate passa da una temperatura molto calda della zolla di terra presente nel vaso o nell’orto classico, al raffreddamento brusco che provochiamo immettendo acqua troppo fredda.
Ma esistono semplici rimedi per migliorare la qualità dell’acqua che somministriamo alle piante.

Migliore acqua per le piante da orto
Ecco cosa possiamo fare per migliorare la qualità dell’acqua di irrigazione per l’orto balcone attraverso semplici rimedi.
Se il nostro strumento di irrigazione è il semplice annaffiatoio possiamo riempirlo il giorno prima per il giorno dopo.
In questa maniera otterremo tre effetti benefici.
Evaporazione del cloro: il cloro disciolto nell’acqua a contatto con l’aria tende a tornare gassoso, soprattutto in estate quando le temperature sono più elevate.
Deposito del calcare: il calcio in sospensione nell’acqua tende a depositarsi sul fondo dell’annaffiatoio, ve ne accorgerete a fine stagione quando sulla plastica si sarà formata una significativa patina minerale.
Potrete migliorare questo processo mettendo nell’annaffiatoio un cucchiaio di aceto.
Ovviamente l’acqua sul fondo dell’annaffiatoio, dove si è concentrato il calcare eviterete di darla alle vostre piante.
Equilibrio tra la temperatura dell’acqua e la temperatura dell’ambiente: in questo modo eviteremo di traumatizzare le piante al momento dell’annaffiatura.
Se un annaffiatoio non basta possiamo procurarcene un secondo o fare una scorta in un serbatoio sul balcone adeguato alle nostre esigenze.
Questo deve essere aperto in superficie (come un grosso secchio) per permettere al cloro di evaporare cosa che non succede se conserviamo l’acqua in una tanica chiusa, per esempio.
Al tempo stesso l’acqua che conserviamo non deve avere il tempo di ristagnare per giorni affinché non nascano alghe e soprattutto non si dia il tempo di dischiudersi alle uova che le zanzare andranno sicuramente a depositare nell’acqua.
In parole povere, se abbiamo stimato che ci servono tre giri di annaffiatoio da 8 litri per soddisfare la sete dei nostri vasi, ci organizzeremo per avere una scorta sempre pronta di 24 litri da ripristinare ogni giorno alla fine dell’annaffiatura.
Se avete la possibilità di raccogliere l’acqua prodotta dal condizionatore o deumidificatore di casa, la potrete usare per irrigare i vostri vasi.
In fondo si tratta di una produzione casalinga di acqua piovana…
Come recuperare l’acqua piovana
L’acqua piovana per annaffiare è la migliore soluzione; del resto è quella predisposta dalla natura all’incontro col terreno.
È acqua che passa attraverso quel gigantesco distillatore che è l’evaporazione generata dal sole, l’addensamento in quota del vapore quando incontra basse temperature e la precipitazione sul terreno sotto forma di pioggia. Il famoso ciclo dell’acqua, insomma.
Se si potesse raccogliere l’acqua piovana per annaffiare le nostre piante avremmo risolto un bel problema. Ma come fare?
Avendo la possibilità si può convogliare in serbatoi l’acqua raccolta dalle grondaie del tetto. Questa è una pratica antichissima, adottata specie dove non c’è una falda raggiungibile con un pozzo, una sorgente o un corso d’acqua nelle vicinanze.
In Italia è una situazione che ritroviamo nei borghi sorti in posizioni strategiche per la difesa a scapito del comfort degli abitanti che dovevano raccogliere l’acqua di sgrondo e immagazzinarla nei pozzi o in cisterne anche immense.
Oggi esistono mille possibilità per organizzare dei raccoglitori di acqua piovana , calibrati sulle esigenze di volume e di tecnologia, comprese quella di chi non può collegarsi a una grondaia e deve accontentarsi di raccogliere l’acqua in particolari serbatoi a imbuto, che convogliano all’interno le gocce di pioggia o attraverso serbatoi smontabili che a fine stagione potremo togliere di torno.
Come irrigare quando siamo in vacanza
Come fare a irrigare quando siamo in vacanza?
È un bel problema: le piante in vaso, anche con vasi piuttosto capaci, hanno meno acqua disponibile rispetto a quelle in piena terra e, nel periodo caldo, bastano un paio di giorni per mandarle in grande sofferenza.
In un certo senso la pianta da orto in vaso se trascurata dal punto di vista idrico si vendica regalandoci dei prodotti più scadenti.
E allora come annaffiare quando non ci siamo?
Se la nostra terrazza ha un rubinetto dell’acqua possiamo pensare di costruirci un impianto di irrigazione a tempo.
Acquisteremo una valvola controllata da timer per l’irrigazione, se ne trovano di tutti i prezzi a partire da pochi euro .
Quindi realizzeremo un impianto su misura, meglio a goccia con il singolo ugello regolabile in modo da dare più o meno acqua a seconda della pianta e della grandezza del vaso.
Online si trovano kit completi per ogni esigenza e dimensioni a prezzi contenuti.
Se non avete una presa dell’acqua sul balcone, non disperate: esistono timer con pompa integrata alimentata a pile che pescherà da un serbatoio o da un secchio, con presa usb o addirittura con pannello fotovoltaico e pile ricaricabili.
I volumi in questi casi sono quelli del balcone o di un piccolo orto.
Qualunque tipo di timer abbiate scelto, fate una prova generale e regolate ogni 12 o 24 ore per il tempo necessario a bagnare bene la terra dei vasi.
Se poi avete un buon amico o un bravo vicino di casa pronto a prendersi l’incombenza di un’innaffiatura quotidiana, come già descritto in vari articoli dedicati all’orto balcone allora avete risolto ogni problema.
Ricordatevi solo di portargli una bottiglia di vino al ritorno del viaggio, ma di quello buono, perché chi trova un amico, trova un tesoro!
- Effettua fino a tre irrigazioni al giorno per ciascuna linea
- Resistente agli urti ed alle intemperie
- Programmazione da un minuto a 23 ore e 59 minuti
- Possibilità di escludere singoli giorni
- Collegabile con il sensore di pioggia Rain Sensor