Allium porrum, comunemente conosciuto come porro, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Liliaceae.
Come l’aglio e la cipolla, anche il porro è un ortaggio di antichissime tradizioni, veniva infatti già largamente coltivato dalla civiltà Egizia e Romana.
Grazie alla rusticità di questo ortaggio, poco attaccato da malattie e parassiti, la coltivazione biologica, anche per i meno esperti, è particolarmente indicata. Sarà quindi sufficiente rispettare poche regole, che illustreremo in questo articolo, per ottenere ottimi risultati.
La parte commestibile del porro è il fusto che, a seconda della varietà, può crescere dai 20 ai 40 cm ed allargarsi fino a un diametro massimo di 4 cm, diventando bianco a maturazione completata. Attorno al fusto si sviluppano le foglie, piane, di color verde chiaro, che si ergono sopra al fusto.
Terreno ideale e concimazione
Il porro non ha specifiche esigenze per quanto riguarda il terreno; solitamente un suolo con impasto medio è in grado di garantire tutte le qualità necessarie per il corretto sviluppo di questo ortaggio. La porzione di terreno che ospiterà le piantine deve comunque esser ben lavorata durante il periodo invernale in modo da renderlo maggiormente drenante e sciolto.
La concimazione viene eseguita in concomitanza con la vangatura invernale, circa un paio di mesi prima di trapiantare le piantine in orto. Letame molto maturo o il prodotto del compostaggio domestico sono ottimi concimi per questa coltivazione.

Quando e come seminare
Appena passato il freddo dell’inverno si può iniziare a seminare il porro in semenzaio proseguendo poi, quando le temperature si sono stabilizzate, con la semina in pieno campo. Procedendo con semine a scalare, potremo garantire porri freschi per più mesi dell’anno.
Il porro, seguendo il calendario lunare, viene seminato in luna calante, per scongiurare la possibilità che la pianta monti a seme. Questo ortaggio è abbastanza lento a germinare: per vedere i primi germogli passano, infatti, solitamente dalle due alle tre settimane.
Sia che si tratti della semina in vasetto o che si semini direttamente in campo, è importante non ricoprire con troppo terriccio i piccoli semini di porro. In genere mezzo centimetro di terra è più che sufficiente.
Trapianto e sesto d’impianto
Il porro impiega all’incirca un paio di mesi prima di poter essere trapiantare in orto. Per questo motivo alcuni coltivatori preferiscono comprare nei vivai piantine già formate, evitando quindi un lungo periodo di mantenimento in semenzaio.
Quando si trapianteranno le nuove piantine di porro, è importante collocarle nel terreno mantenendo il colletto della pianta a livello del terreno e provvedere subito a bagnare il suolo.
Le misure necessarie da rispettare per una buona coltivazione sono di 15 cm da tenere tra due piante e 30 cm da tenere tra due file.
Clima ideale e esposizione solare
Il porro è un ortaggio che si adatta molto bene a diversi climi, sopporta bene il freddo e non è infastidito dal caldo estivo. Tuttavia, per crescere e ingrandire correttamente, solitamente viene seminato in primavera, permettendo così alle piante di ricevere tutto il sole primaverile ed estivo, per poi trovarsi delle piante ben sviluppate e con un fusto di un buon diametro a partire da agosto. Settori di giardino soleggiati o posizionati in pieno sole andranno bene per la coltivazione del porro.

Irrigazione e pacciamatura
L’apporto idrico necessario al porro va commisurato alla stagione in cui ci troviamo. In primavera è sufficiente irrigare ogni 3 o 4 giorni se in assenza di piogge. Con l’arrivo dell’estate, e quindi con l’intensificarsi del caldo, dovremo irrigare più frequentemente.
Come per altre colture, anche il porro gradisce una buona pacciamatura, che potrà favorire l’umidità nel terreno nei periodi più caldi, dovendo quindi irrigare meno frequentemente.
Mantenimento delle piante
Il porro, per raggiungere buoni dimensioni e quindi per poterlo raccogliere dall’orto, ha bisogno di un ciclo medio – lungo. In questo periodo sarà necessario intervenire con dei semplici lavori di mantenimento.
Se non avete preventivamente provveduto a una buona pacciamatura, è necessario tenere l’area attorno al fusto del porro libera da erbacce, servendosi magari di uno sarchiatore. Si può poi procedere con una rincalzatura, che stimolerà i porri a ingrandire e imbiancare gli steli, operazione da ripetere circa un mese prima della raccolta prevista.
Consociazioni consigliate e sconsigliate
Nell’orto casalingo si consiglia di coltivare i porri vicino a tutti gli ortaggi appartenenti alla famiglia dei cavoli, oppure carote, indivia, lattughe, pomodori e sedano rapa. Invece culture che è meglio non associare mai nella stessa porzione di terreno sono: barbabietole rosse, fagioli rampicanti e piselli.
Quando sono pronti i porri
Partendo con la semina del porro in marzo, in genere troviamo i primi ortaggi pronti per il raccolto verso agosto. È quindi consigliato raccogliere i porri estirpando le piante gradualmente a seconda delle proprie esigenze: preleveremo prima gli ortaggi che si sono ingrossati maggiormente, lasciando agli altri ancora qualche settimana per ingrandirsi.