La muffa grigia, tra le malattie delle specie ortive e frutticole (descritta in più di 200 specie vegetali), è una delle principali cause di marciume dei frutti in campo e in post raccolta, determinando importati perdite di produzione e sostanziale riduzione della conservabilità del raccolto (Figura 1).
Il pomodoro, specialmente se esposto a particolari condizioni pedo-climatiche (pédon, dal greco suolo), è particolarmente vulnerabile all’attacco del fungo patogeno Botrytis cinerea, agente causale della muffa grigia.
Il nome del genere (Botrytis) deriva dalla caratteristica forma a grappolo (botryon, dal latino grappolo) dei rami conidiofori che il fungo emette dai tessuti vegetali infetti per propagarsi (Figura 2 A e B) che sorreggono i conidi (Figura 2 A e B – strutture a forma di limone che permettono la propagazione del fungo),mentre il nome della specie (cinerea) richiama l’aspetto polverulento e di colore grigio (cinereo) delle superfici vegetali attaccate (Figura 1).


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Alcune curiosità su questo fungo patogeno
La lunga co-evoluzione ospite (pianta) patogeno (fungo) ha selezionato in numerosi patogeni fungini sofisticati meccanismi biochimici che ne permettono una temporanea tolleranza nell’ospite vegetale (patogeni biotrofi), il quale rimane in vita per lungo tempo pur subendo profonde alterazioni metaboliche ed ormonali (malattia).
Invece, il processo infettivo della muffa grigiasegue un andamento opposto, determinando sin dalla penetrazione dei tessuti vegetali la necrosi degli stessi, traendo nutrimento dal disfacimento delle cellule della pianta. Per tali peculiarità il fungo B. cinerea è incluso nei necrotrofi, un gruppo di patogeni che non fanno nulla per farsi tollerare dalla pianta (Figura 3).

Condizioni favorevoli allo sviluppo della muffa grigia nel pomodoro
Botrytis cinerea, oltre ad essere un patogeno fortemente polifago (attacca numerose specie vegetali), riesce ad attaccare più organi della stessa pianta (fiori, stelo e frutti) e, per ciascun organo target, sussistono precise condizioni climatiche che favoriscono l’infezione. Tuttavia, le condizioni pedo-climatiche che maggiormente espongono le coltivazioni di pomodoro all’attacco della muffa grigia sono:
- umidità relativa superiore all’80% con presenza di acqua libera sulla vegetazione. La presenza di acqua libera sulle superfici vegetali derivante da piogge, rugiada oppure da irrigazioni favorisce fortemente l’insorgere della malattia;
- temperatura compresa tra i 18 e i 25 °C. Contrariamente ad altri patogeni delle piante l’infezione di B. cinerea è favorita da temperature relativamente fresche tipiche di inizio e tarda estate oppure, della fase di conservazione dei frutti;
- un inoculo del patogeno particolarmente consistente. Tale condizione si verifica quando sulla stessa superficie di terreno vengono coltivate per lunghi periodi di tempo specie suscettibili a questo patogeno (da preferire lunghe rotazioni colturali);
- la presenza di ferite sulla superficie vegetale facilita l’ingresso del patogeno nei tessuti dell’ospite.
L’evoluzione dell’infezione nella pianta: le fasi principali
Come la maggior parte dei patogeni fungini, la muffa grigia si conserva per periodi abbastanza lunghi nel terreno, sopravvivendo come saprofita a carico dei residui vegetali e della sostanza organica presente nel suolo.
Al sopraggiungere di condizioni climatiche favorevoli, e soprattutto in presenza di una pianta suscettibile, il fungo passa dall’essere un innocuo saprofita a patogeno. I conidi (Figura 2 C e D – organi di conservazione dei fungi derivanti da sistemi di riproduzione asessuata) giungono sulle superfici vegetali trasportati da schizzi pioggia, da vento oppure da vettori animali quali insetti (Figura 3 I).
Una volta sulla superficie vegetale i conidi germinano producendo un filamento chiamato ifa (Figura 3 II) che a sua volta differenzia una struttura capace di far aderire saldamente il fungo alla superficie della pianta, chiamata tecnicamente appressorio (Figura 3 III).
All’adesione segue l’attacco vero e proprio; infatti, in questa fase il fungo produce degli enzimi capaci di degradare i tessuti vegetali procurandosi in tal modo i nutrienti per la sua crescita (Figura 3 IV e V).
Con il progredire dell’attacco il marciume diviene sempre più evidente e successivamente si ricopre di micelio fungino e di strutture propagative che assicurano la disseminazione di nuovi conidi (Figura 3 VI). L’eventuale presenza di ferite agevola l’instaurarsi dell’infezioni in quanto il fungo entra già a diretto contatto con tessuti danneggiati e quindi più vulnerabili.
I principali sintomi che caratterizzano la muffa grigia
Come già accennato, questo insidioso fungo può attaccare la pianta in diversi organi e in diverse fasi fenologiche (stadi di crescita) determinando sintomi differenti e di diversa gravità. Infatti, in presenza di alte concentrazioni di inoculo e in suoli particolarmente umidi, il fungo può attaccare le piantine in semenzaio oppure appena trapiantate; in questo caso la malattia progredisce rapidamente e determina la morte delle giovani piantine.
Lo stelo, oltre ad essere marcescente, risulta coperto da micelio grigio (Figura 4). Generalmente tale condizione è particolarmente rara, mentre molto spesso si rinviene Botrytis cinerea insieme ad altri funghi patogeni che attaccano le giovani piantine. In tarda primavera l’infezione di questo fungo può interessare anche i fiori, penetrando lungo lo stelo determinando l’appassimento di interi getti (Figura 5).
Tuttavia, l’attacco più ricorrente riguarda i frutti nei diversi stadi di maturazione; questi risultano di consistenza flaccida, liquescenti e con il progredire dell’infezione si ricoprono di micelio grigio (Figura 6).
B. cinerea è inclusa tra i patogeni del post raccolta in quanto possono infettare frutti o parti di piante (fiori recisi) anche dopo la raccolta, con sintomi simili a quelli riscontrati in campo.



Metodi per il controllo della muffa grigia del pomodoro
Con l’ausilio di trattamenti chimici nei momenti di maggior vulnerabilità della pianta è possibile controllare efficacemente questo patogeno riducendo drasticamente l’incidenza della muffa grigia, sia in campo che nella fase di conservazione dei frutti. Tuttavia, esistono numerose strategie preventive che agiscono sull’ambiente, capaci di sfavorire il patogeno limitando il ricorso ai fungicidi chimici di sintesi. Questo è particolarmente importante negli orti casalinghi dove una migliore e minuziosa cura dell’impianto ed una serie di accortezze potrebbero contenere questo come altri patogeni.
Il primo suggerimento da seguire consiste nel ridurre il ristagno di umidità nella vegetazione, e a tale scopo è opportuno:
- assicurare le piante a pali tutori (specialmente le varietà a crescita indeterminata) evitando l’affastellamento della vegetazione e il contatto di questa con il terreno;
- seguire una corretta potatura verde delle piante, eliminando ad esempio le foglie più vecchie e i getti secondari (femminelle);
- preferire sistemi di irrigazioni a goccia (qui puoi acquistare un tubo gocciolante apposito ) o comunque evitare di bagnare eccessivamente la vegetazione durante l’irrigazione;
- nella coltivazione in serra favorire il ricircolo dell’aria sia di giorni che di notte.
Particolarmente efficaci nel limitare eventuali eccessi di umidità sulle superfici vegetali sono le polveri minerali quali zeolite o caolino (esempio: zeolite cubana). Una volta applicate sulla vegetazione, l’elevata igroscopicità di tali sostanze sottrae umidità all’ambiente sfavorendo il patogeno e l’infezione.
Altrettanto importante è curare “l’igiene” delle proprie piante, dell’orto e degli strumenti e attrezzi. In caso di infezione è importante eliminare precocemente ed allontanare le parti infette prima che vengano emesse le strutture di propagazione del fungo. Se sullo stesso appezzamento si susseguano specie suscettibili al patogeno (peperone, melanzana, fragola, ecc.) è importante allontanare i residui della coltura precedente oppure interrarli in profondità. Tutti gli attrezzi e contenitori che entrano a contatto con la pianta o con il raccolto vanno accuratamente lavati.
Il quadro nutrizionale ed il bilancio idrico della coltivazione sono altrettanto importanti in quanto concorrono al mantenimento di piante sane e resistenti al patogeno; infatti, è preferibile non eccedere con le concimazioni azotate e con le irrigazioni.
Come già descritto per la peronospora del pomodoro, è particolarmente diffuso l’utilizzo di microrganismi utili capaci di antagonizzare il patogeno riducendone le possibilità di produrre l’infezione. In commercio vi sono fungicidi a base di Bacillus subtilis (Serenade max) il cui uso è autorizzato per la gestione della muffa grigia del pomodoro in agricoltura biologica e di altre specie.
In linea di massima, nell’ottica di coltivare in maniera ecosostenibile le nostre orticole, non esiste un trattamento biologico risolutivo nel controllo delle malattie delle piante. Invece, particolarmente efficace è l’integrazione di diversi metodi e mezzi di lotta ai patogeni che possono, attraverso una corretta gestione di suolo e pianta, ma anche attraverso corretti sesti d’impianto e esposizioni solari adeguate, ridurre ai minimi termini la possibilità che le piante vengano interessate da fastidiosi patogeni.