I boschi Italiani ed Europei presentano una complessità di specie che nei secoli si sono adattate a vivere all’ombra di altre piante. Tra queste, la fragolina di bosco eccelle senza dubbio per la fragranza e delicatezza dei suoi frutti, come ricorda il nome latino che le fu attribuito, Fragaria vesca (Fragaria “fragranza” e vesca “molle”).
Dalla Roma Antica al Seicento queste perle rosse dei boschi erano destinate principalmente alle tavole dei nobili o all’uso ornamentale, mentre i primi segni della sua coltivazione risalgono alla seconda metà del ‘700. Ancora oggi la fragolina rappresenta un prodotto d’élite per le nostre tavole.
Con l’appellativo di “frutto cuore” attribuitole per la sua forma, nel Medioevo alcuni uomini pensavano che un suo assaggio fosse capace di placare le passioni d’amore, mentre altri associavano il colore rosso alle sofferenze di Cristo e dei martiri.
Tutti coloro che sostengono la natura, preferendo prodotti biologici e ricchi di proprietà nutrizionali o addirittura autoprodotti, possono introdurre con successo la coltivazione della fragolina di bosco nei loro cicli colturali, nonché nelle loro diete.
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Descrizione botanica della fragolina di bosco
La fragolina di bosco è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Rosaceae e originaria di sottoboschi europei ad altitudini di 200 – 1900 m.
La radice è di tipo fascicolata e dotata di una rosetta (rizoma) da cui si sviluppano le foglie, gli stoloni e gli scapi, rappresentando il cuore pulsante della pianta. Oltre ad avere la funzione di assorbimento, le radici e il rizoma svolgono un’importante funzione di riserva. Attraverso gli stoloni le piante si moltiplicano producendo fitte colonie sul terreno.
Le foglie sono dotate di un lungo picciolo, ricoperto da peluria. Il picciolo termina con tre foglioline obovate che si restringono a cuneo nella parte basale e con il margine intero dentato. La foglia assume un colore più intenso sulla pagina superiore, mentre vira al biancastro su quella inferiore.
Gli scapi fiorali che nascono dalla rosetta sono inizialmente eretti e diventano penduli per il peso del frutto. La corolla del fiore ha cinque petali ovali di colore bianco e un calicetto di cinque sepali lanceolati.
Anche la fragolina di bosco è un falso frutto; infatti quello che raccogliamo non è altro che l’ingrossamento del ricettacolo rosso e carnoso a seguito della fecondazione. Il vero frutto è rappresentato dagli acheni sulla sua superficie, di colore nero. La polpa è più morbida, ma anche più gustosa, rispetto a quella delle classiche fragole. La fruttificazione avviene a partire dal mese di aprile e dura fino all’inizio dell’estate.
Impollinazione
Se ci fermiamo ad osservare il fiore della fragolina, ma anche della fragola, vediamo la presenza di stami (organo sessuale maschile) più in alto rispetto ai carpelli (organo sessuale femminile). Questo indica che il fiore ermafrodita può essere impollinato ad opera del vento (anemofilia), ma nonostante ciò attira numerosi insetti pronubi, indice di un ambiente sano e produttori di frutti di qualità.

Varietà delle fragoline di bosco
Rappresentando da sempre una coltura di nicchia, la fragolina rispetto alla fragola, non ha subito grandi manipolazioni da parte dell’uomo.
Le varietà presenti in Europa sono tre: Fragraria vesca, la comune fragolina di bosco, Fragraria Moschata, dal frutto leggermente più grande e il gusto moscato e Fragraria viridis, dai frutti piccoli e scuri.
La più coltivata è la Fragaria vesca, che comprende varietà rifiorenti come:
- Regina delle valli: con bacca più allungata, colore spesso scuro e poco omogeneo, profumo intenso; è coltivata soprattutto nelle regioni settentrionali.
- Alpine: di forma tondo-conica e colorazione più omogenea, coltivata nelle regioni meridionali.
Altre varietà di fragole di bosco autoctone degne di nota sono:
- Petina (Campania);
- Ribera (Sicilia).
Entrambe non rifiorenti, molto stolonifere e caratterizzate da un marcato profumo dei frutti.
Condizioni climatiche e pedologiche ideali della fragolina di bosco
Clima
Il luogo di origine e sviluppo della fragolina è il sottobosco; per questo è bene posizionarla in una zona ombreggiata e umida, lontana dai raggi diretti del sole.
La fragolina di bosco resiste bene a basse temperature, manifestando sintomi di ustione dei fiori in presenza di gelate, con esposizioni prolungate a temperature minori di -2 – -4°C.
Terreno
I frutti di bosco hanno tendenzialmente le stesse esigenze pedoclimatiche, per cui un terreno adatto o allestito per la fragolina è compatibile con la coltivazione di lamponi, mirtilli, ribes, more. Infatti, la fragolina predilige terreni con pH 5,5 – 6,5 (sub-acido) umidi, profondi e ricchi di sostanza organica.
Potete preparare il terreno seguendo i nostri consigli su come coltivare gli altri frutti di bosco, o comunque intervenire con una integrazione organica di varia origine, come humus, letame maturo, humus di lombrico o lupini macinati, importante fonte di azoto e carbonio organico, e una componente che acidifichi il substrato (torba acida e aghi di pino).
L’assenza di porosità del substrato può causare l’insorgere di problemi nell’assorbimento, con la manifestazione di fenomeni di stress. Per questo motivo è necessario che il terreno sia soffice e aggiungere, se necessario, una quantità di pomice o ghiaia intorno al 10 – 20%.
Irrigazione
La fragolina non ama ambienti asciutti, per cui è importante tenere sempre ben umido il substrato, soprattutto durante la fioritura e la maturazione dei frutticini.
Nei periodi più caldi, può essere utile effettuare delle irrigazioni sovrachioma, incrementando così l’umidità a livello della pianta e sfavorendo lo sviluppo di patogeni come l’oidio.
Per le coltivazioni in vaso è sempre consigliabile irrigare fino alla completa idratazione del substrato, e interrompere la bagnatura non appena si rendono visibili le prime gocce di drenaggio.
Coltivazione in vaso della fragolina di bosco
L’alternativa ideale per chi non dispone di un giardino o un’aiuola esterna è la coltivazione in vaso, su balcone ad esempio. In questo modo, la nostra piantina avrà una duplice attitudine: ornamentale ed edule.
Per fare ciò basta seguire dei semplici passaggi:
- Innanzitutto dobbiamo procurarci dei vasi conici o rettangolari, questi ultimi di lunghezza ad esempio di 60 cm, con un’altezza di almeno 15 cm (li potete trovare anche online ).
- Riempire con una miscela di ghiaia o pomice, terriccio di foglie e letame maturo.
- Bagnare con acqua il substrato che ospiterà le piantine prima di impiantarle.
- Trapiantare una o massimo due piantine per vaso.
- Aggiungere uno strato di foglie pacciamante, ricavato da una passeggiata nel bosco (ad esempio).
A questo punto dobbiamo aver cura di posizionare il vaso in una zona lontana dai raggi diretti del sole, come all’ombra di una pianta, e favorire la radicazione della piantina.

Periodo e modalità d’impianto
Seppure le fragoline di bosco siano piante perenni, la qualità dei frutti può subire un calo a partire dal secondo anno di coltivazione. Questo non è un problema, perché riprodurre la piantina per il trapianto dell’anno successivo risulterà facile e soddisfacente.
Ecco alcuni semplici passi da seguire per ottenere nuove piantine, identiche alla pianta madre:
- Selezionare i frutti migliori della pianta.
- Porre i frutti in una calza e far scorrere sotto l’acqua corrente finché l’intera polpa non si sarà disciolta.
- Lasciar asciugare i semi in un luogo asciutto per qualche giorno.
- Seminare in terriccio ben umido.
Per limitare il consumo di plastica e polistirolo, nella prima fase di crescita del seme possiamo usare il cartone delle uova come contenitore per la semina delle giovani piantine, che verranno successivamente trasferite o in campo o in vaso.
Durante questa fase è importante che il substrato rimanga umido, ponendo al di sopra della pellicola biodegradabile che toglieremo quando la piantina sarà emersa. Le temperature ideali per questa operazione sono comprese tra i 13 e i 20°C.
Una volta che la piantina avrà ben radicato e colonizzato tutto il substrato, possiamo provvedere al trapianto.
Il periodo migliore per la radicazione in campo e in vaso è la primavera per le varietà rifiorenti, e l’autunno per quelle unifere.
La distanza d’impianto minima è di 20 cm tra una pianta e l’altra, ma si può aumentare tale distanza, per consentire uno sviluppo maggiore della pianta.
Cure colturali
Per mantenere a lungo la bellezza, la sanità e i raccolti di fragolina, questa non va trascurata delle piccole attenzioni colturali, tra cui:
- Pacciamatura (con paglia o juta o teli biodegradabili) per trattenere maggiore umidità a livello del terreno e contrastare lo sviluppo di malerbe.
- Irrigazione frequente nei periodi di maggior consumo idrico (primavera ed estate).
- Toilettatura di fine inverno: ovvero la rimozione o il taglio a 5 – 6 cm della parte aerea esposta al freddo invernale, per dare spazio alla nuova vegetazione primaverile.
Patologie fungine: prevenzione e difesa
Muffa grigia o botrite (Botrytis cinerea)
Comunemente conosciuta come “muffa grigia”, la botrite è un fungo saprofita che si sviluppa di elevata umidità dopo lunghe bagnature e 15 °C di temperatura media. Queste condizioni, ideali anche alla crescita della fragolina, causano principalmente il danneggiamento dei frutti e, nei periodi autunnali, anche della parte verde della pianta. Per contrastare il suo sviluppo dobbiamo aver cura di tenere la piantina sempre pulita, attraverso toilettature di soccorso, e distanziare le piantine di almeno 25 cm.
Marciume del colletto (Phytophthora spp.)
I sintomi iniziali sono simili all’appassimento da carenza idrica, questo perché la Phytophtora attacca il colletto, impedendo il passaggio di acqua e nutrienti nel periodo di maggiore richiesta. Individuato l’attacco è bene provvedere alla rimozione della piantina e dell’apparato radicale. Infatti, il fungo permane nel terreno sui residui radicali infetti e le nuove infezioni sono causate dalle spore che si muovono nel suolo in presenza di acqua; è per questo che bisogna evitare accumuli d’acqua permanenti a livello dell’apparato radicale e del colletto. La coltivazione in vaso permette di evitare la sua diffusione!
Tra gli interventi biologici atti a prevenire l’infezione del patogeno, il fungo iperparassita per eccellenza: Trichoderma spp..
Insetti dannosi e rimedi naturali
Afidi (Chaetosiphon fragaefolii)
Ghiotto degli organi più teneri della pianta, questo insetto è capace di generare vere e proprie colonie in assenza del nostro intervento. Conosciamo ormai bene i danni che ne derivano dalla loro presenza, tra cui la suzione di linfa, la conseguente produzione di melata e l’insediamento di un consorzio di funghi che creano uno strato di velluto riducendo la superficie fotosintetica della pianta. Il picco di presenza è generalmente a giugno – luglio.
Un ottimo repellente risulta essere il macerato d’ortica, ottenuto lasciando macerare per due giorni foglie d’ortica appena raccolte con acqua, spruzzato sulla vegetazione.
Non sarà difficile trovare predatori e parassitoidi (coccinelle, crisopa, sirfide e imenotteri parassitoidi) in presenza di attacchi anche lievi, riducendo in maniera naturale la pressione della popolazione.
Ragnetto rosso (Tetranychus uticae)
È un acaro di piccole dimensioni, la cui esistenza viene spesso evidenziata in un periodo avanzato della sua presenza. Infatti l’acaro si posiziona al di sotto della pagina fogliare, effettuando delle punture di suzione che determinano l’ingiallimento della foglia, nonché la riduzione della sua attività fotosintetica. È tendenzialmente presente in climi secchi e caldi, per questo può essere utile irrorare la chioma delle fragoline per disturbare il parassita.

Raccolta, conservazione e utilizzo della fragolina di bosco
I primi frutti penduli si raccolgono due mesi dopo il trapianto, a partire dal mese di aprile. La raccolta è scalare e viene effettuata distaccando il frutto dalla corolla con delicatezza, per evitare di schiacciarlo o creare lesioni.
Le fragoline hanno una shelf-life di 3 – 4 giorni in temperature da frigorifero; oppure possono essere conservate in freezer per scongelarle all’occorrenza o per preparare deliziose granite e gelati.
Sia fresche che congelate (o ancor meglio surgelate) possono essere utilizzate per realizzare confetture o per la realizzazione di dolci, creme, gelati, liquori ma anche ricette salate come risotti e salse per accompagnare la selvaggina.
Oltre ai frutti, è possibile ricavare dalle foglie e dal rizoma tisane purificanti e diuretiche.
In definitiva, la fragolina di bosco è in grado di stimolare tre dei cinque sensi: vista per la sua bellezza, gusto per la sua dolcezza, olfatto per il suo aroma.