I sacchetti di plastica sono dannosi per l’ambiente, e ci sono diversi paesi nel mondo che per questa ragione ne vietano la distribuzione. In Italia se ne inibisce l’utilizzo da quando, negli ultimi anni, al supermercato e nei negozi è previsto un costo specifico. Una differenza, rispetto a quando i sacchetti in plastica di qualsiasi misura erano gratuiti, ma non ancora un cambiamento di forte impatto.
Purtroppo in molti continuano ad utilizzare i sacchetti di plastica, nonostante in commercio siano disponibili pratiche borse e buste in tessuto realizzate per lo shopping.
Abbiamo elencato almeno otto buone ragioni per cui bisognerebbe preferire una borsa riutilizzabile in tessuto, rispetto ai sacchetti di plastica.
Ecco 8 motivi per cui non dovremmo utilizzare sacchetti di plastica ma solo borse e sacche riutilizzabili per fare la spesa:
- In un anno si stima l’utilizzo di circa 5 miliardi di sacchetti di plastica (fonte “La Stampa“). Immaginate la notevole quantità di plastica inquinante su tutto il pianeta.
- Secondo le statistiche, di tutta questa plastica proveniente dai sacchetti, viene riciclato meno dell’1%. Si tende a gettarli via o a riutilizzarli pochissime volte, senza pensare al danno irreparabile che causeranno all’ecosistema.
- La plastica dei sacchetti della spesa impiega più di 1000 anni per scomparire dal pianeta. I classici sacchetti sono realizzati in polietilene, una sostanza che impiega secoli a disintegrarsi e, con il passare del tempo, presenta un effetto aggravante: si sbriciola in minuscole particelle che si disperdono ovunque nell’ambiente, distruggendolo sempre di più.
- Il polietilene è un materiale terribile, che non può e non dovrebbe essere abbinato ad altri materiali riciclabili. Si tratta di una plastica morbida che, a differenza di quella rigida, -quella utilizzata per le bottiglie e le confezioni, per intenderci- può impigliarsi nei macchinari degli impianti di riciclaggio a causa della sua leggerezza e consistenza. Quindi, qualora si utilizzassero, i sacchetti di plastica dovrebbero essere raccolti in appositi contenitori e diretti a centri dove possano essere smaltiti seguendo procedure specifiche. Si tratta di un processo complicato, che le persone non conoscono, quindi dovrebbero essere istruite e motivate a riguardo.
- I sacchetti di plastica rappresentano l’80% della plastica che inquina i mari e i flussi d’acqua. Le previsioni dicono che a questi ritmi di consumo e senza una diffusione di scelte consapevoli, nel 2050 ci sarà più plastica che pesci nel mare.
- Una delle gravi conseguenze si rileva nella fauna marina. Le buste di plastica uccidono migliaia di animali marini, che confondono i sacchetti con cibo, e se ne cibano per errore. Animali come tartarughe, balene, pesci, ma anche uccelli e altri animali muoiono spesso e, se riescono a sopravvivere all’ingerimento delle buste di plastica, subiscono avvelenamenti o ostruzioni intestinali dalle conseguenze negative a lungo termine. In tutti questi casi, il pesce che mangiamo può contenere plastica al suo interno e, nel caso delle buste, i frammenti sono talmente piccoli da non risultare visibili, ma restare ugualmente dannosi.
- L’Inquinamento è anche atmosferico. Le buste di plastica incenerite contribuiscono fortemente all’inquinamento dell’aria.
- Se restano a circolare in città, i sacchetti di plastica possono finire ad ostruire tubi e scarichi urbani, generando allagamenti delle strade e inondazioni perfino nelle abitazioni.
In conclusione andrebbero preferite le borse di stoffa che sono semplici da utilizzare, pieghevoli, poco ingombranti, ammortizzano il costo dei sacchetti di plastica e sono anche più resistenti delle classiche buste del supermercato. Non è così difficile munirsi di buste riciclabili, sono una scelta etica che agevola il trasporto della spesa a mano, anche perché i manici sono solitamente più confortevoli, anche quando le buste della spesa sono particolarmente pesanti.
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