Nell’agricoltura naturale (vedi M. Fukuoka ), e in quella biologica fatta davvero bene, bisogna tenere in grande considerazione la complessità dell’ambiente generale che sta intorno al nostro orto o frutteto, il cosiddetto agroecosistema, poiché esso è molto utile nel contribuire all’equilibrio delle varie forme di vita che circolano intorno e dentro il nostro frutteto.
Le tecniche di cui parleremo in breve ci aiutano ad ottenere quella complessità di organismi che si controllano a vicenda e che insieme alle tecniche colturali biologiche, ci devono garantire la salubrità dalle principali patologie e attacchi parassitari dei nostri orti e frutteti, riducendo quindi i nostri interventi solo a particolari situazioni di “emergenza”.
Ricci, insetti utili, lucertole, bisce, orbettini, gechi, rane, rospi, donnole, pipistrelli, uccellini insettivori (scriccioli, cinciarelle, cinciallegre, pigliamosche, occhiocotti, pettirossi, cardellini, merli, cuculi, codibugnoli, codirossi, ecc) solo per nominare i più conosciuti, sono una fauna molteplice che divora continuamente insetti dannosi, lumache e limacce, contribuendo a contenerne il numero, in maniera che i fragili equilibri che noi cerchiamo di costruire nel frutteto (specie nei primi anni) siano sufficienti a contenere i danni sulla frutta in maniera accettabile (l’assenza di danni è quasi impossibile anche con l’agricoltura chimica).
Questi animali per poter vivere intorno al nostro frutteto hanno bisogno di aree rifugio per potersi nutrire, nascondere e nidificare o riprodurre e queste aree sono costituite dalle siepi, vari angoli selvatici, i muretti a secco e le aree a boschetto naturale che non dovrebbero mancare intorno a nessun frutteto naturale o biologico, compatibilmente con lo spazio che si ha a disposizione; se ce n’è poco, si possono creare minuscole siepi e angoli selvatici, in questo campo si possono fare le cose più impensabili e lasciar spazio alla nostra creatività, adattando queste piccole aree selvatiche alle esigenze del nostro frutteto.
La cosa più facile da fare, se abbiamo abbastanza superficie, è abbandonare un’area (magari impervia e marginale) con cespugli, sassi e alberi e lasciare fare alla natura, che creerà un piccolo boschetto naturale in due tre anni circa, meglio se c’è anche un piccolo stagnetto per facilitare la riproduzione e presenza di insetti predatori, rane, e rospi.
Altrimenti si potrà impiantare una piccola siepe anche lunga solo 4-5 metri e/o si appronterà un angolo selvatico in una zona riservata (piccolo mucchio di pietre e legni, con cavità varie). Per quanto riguarda le siepi esse andrebbero progettate con accuratezza poiché l’associazione di specie (che è sempre preferibile) dipende dalle condizioni climatiche e del suolo e inoltre le siepi possono avere moltissimi scopi e conformazioni a seconda della posizione, dello spazio e degli aspetti estetici e paesaggisti che vogliamo ottenere.
Gli scopi infatti possono essere: fioriture e produzioni di bacche e piccoli frutti, produzione di legna o di cippato, oasi rifugio per animali utili e scrigno di biodiversità vegetale ed animale, proteggono da sguardi indiscreti, da polveri, rumori e inquinamento e poi…sono belle.
È evidente che una siepe, come precedentemente descritta, va progettata con cura ed attenzione da professionisti specializzati in stretta partecipazione col proprietario del frutteto, ma alcune indicazioni di massima sulle specie utilizzabili nei nostri areali sono sintetizzate nella tabella seguente:
