Passeggiando a primavera per sentieri tra campi e prati fioriti, a volte può capitare di percepire un lieve profumo agrumato; come di limone. Lasciandoci guidare da questo aroma, l’olfatto ci guiderà verso una pianticella erbacea dalle foglie di un bel colore verde chiaro brillante, un po’ simile all’ortica nella forma. Ma basterà superare una prima comprensibile titubanza, staccare una fogliolina, strofinarla tra le dita e subito si sprigionerà una dolce fragranza di limone. È la melissa che, per questa sua caratteristica, viene chiamata anche “cedronella” o “erba cedrina”.
La melissa è una delle migliori piante mellifere. Infatti, il nome melissa deriva dal greco “melitta” che significa “ape da miele”. Ma il suo nettare è gradito anche da molti altri pronubi. Infatti, la melissa viene visitata da una moltitudine di farfalle e altri insetti che concorrono alla sua impollinazione entomofila.
La sua coltivazione non presenta alcuna difficoltà, e nemmeno necessita di cure eccessive, solo teme il caldo estivo, pertanto, va coltivata in zone possibilmente ombrose, in giardino, ma anche in vaso.
Le foglie, fresche o secche, si prestano a molte preparazioni culinarie: ottime con il pesce e con i crostacei, adatte per insaporire i funghi e il formaggio fresco, piacevolmente gradevoli come aromatizzanti di bevande, sia calde che fredde (ad esempio tè, vini da aperitivo, e sangria), particolarmente indicate nella macedonia di frutta fresca alla quale conferisce il suo gradevole aroma di limone.
In abbinamento con altre erbe, la melissa costituisce l’ingrediente principale di tisane rilassanti. Grazie alle sue qualità calmanti e sedative, può giovare assumerla la sera prima di coricarsi. In forma di tintura alcoolica contrasta il senso di nausea e il mal d’auto.
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Descrizione della pianta
La Melissa (Melissa officinalis L.) è una pianta perenne, erbacea, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
È una pianta provvista di breve rizoma che gli consente di espandersi rapidamente sul terreno. Nell’insieme presenta un aspetto simile alla menta o all’ortica.
Gli steli, muniti di peli setolosi, sono eretti, erbacei, quadrangolari e ben ramificati, di altezza variabile dai 30 agli 80 cm.
Le foglie, di un bel color verde pallido brillante, sono picciolate ed opposte. Di forma ovata le superiori, cuoriformi quelle basali, presentano un margine crenato-dentato. La pagina inferiore è ricoperta da una fitta e sottile peluria.
I fiori si trovano riuniti in glomeruli all’ascella delle foglie, sono muniti di corolla tubolosa bilabiata, con labro inferiore trilobato di cui il lobo centrale molto più sporgente dei lobi marginali. Il colore è biancastro-rosato.
Il calice è tuboloso,peloso, bilabiato e campanulato.
La fioritura avviene da maggio ad agosto/settembre.
I frutti sono dei triacheni contenenti piccolissimi semi (acheni) bruno scuri.
Habitat, terreno e clima ideali

Gli habitat ideali per la melissa sono i ruderi delle case, i luoghi incolti e asciutti. Si trova dal piano fino ai 1.000 m. sul livello del mare. È comune lungo i sentieri di incolti e ai bordi dei campi e dei boschi.
Originaria di Europa e Asia Occidentale, è ben presente sulle coste dell’area mediterranea.
La melissa è una pianta rustica che si adatta a vari tipi di terreno, come molte altre piante aromatiche, predilige terreni morbidi, umidi e ben drenati.
La melissa può essere facilmente coltivata in piena terra, negli orti, ai bordi di giardini, al riparo dei muretti perimetrali o anche in vaso. È una pianta resistente che non necessita di particolari cure. Unica avvertenza, il terreno dovrà essere friabile e consentire un buon drenaggio.
La posizione ideale è la mezzombra, oppure pieno sole, ma solo al mattino e in ombra durante le ore più calde (da mezzogiorno in poi).
La facilità con cui si propaga tramite i suoi rizomi gli conferisce una peculiarità invasiva, caratteristica da considerare qualora si voglia contenere la sua espansione verso altre colture.
Moltiplicazione per talea e semina
Anche se, nel caso specifico della melissa, il metodo migliore per la moltiplicazione è la suddivisione dei suoi cespi che si effettua a inizio primavera, si può comunque realizzare per talea, una forma di riproduzione agamica, cioè asessuata, che consente di ottenere individui geneticamente uguali alla pianta madre.
Le talee di melissa si ottengono a fine estate, quando la pianta è sfiorita. L’operazione è molto semplice, basterà staccare alcuni rametti laterali dagli steli principali, mondarli dalla maggior parte delle foglie che si trovano alla base del rametto, lasciando solo quelle apicali. Questo servirà a limitare l’eccessiva traspirazione ed evitare in tal modo la disidratazione del vegetale. Infine, gli steli andranno riposti in vaso. Il terriccio per il vaso dovrà essere morbido, misto a sabbia e ben bagnato.
Per facilitare la radicazione sarebbe opportuno aggiungere alle talee un radicante (qui lo trovate scontato su Amazon ) costituito da fitormoni specifici facilmente acquistabile presso florovivaisti. Dopo un paio di mesi circa si vedranno spuntare i nuovi getti.
La semina si può effettuare direttamente in piena terra avendo cura di lavorare bene il terreno per renderlo soffice; andrà anche concimato con dello stallatico ben maturo.
Il periodo ottimale per la semina in piena terra è la primavera inoltrata.
La semina può avvenire anche in vaso, operazione che si effettua a marzo/aprile. Occorre munirsi di contenitori capienti riempiti con terriccio misto a sabbia e ben concimato. I semi vanno collocati distanziati gli uni dagli altri e ricoperti da un lieve strato di terriccio. I vasi andranno posizionati in un luogo soleggiato e protetti dal vento. Dopo alcuni giorni, si potranno già veder spuntare i nuovi germogli.
Come seminare e sesto d’impianto
Se si vuole seminare la melissa in piena terra, i semi vanno sparsi a spaglio su letto di terra ben lavorata e concimata. Per agevolare questa operazione sarà opportuno miscelarli con della sabbia fine, in tal modo potranno risultare più facilmente distanziati tra di loro. Infine, andranno interrati ricoprendoli con un sottile strato di terriccio. Subito dopo si procederà ad una leggera innaffiatura servendosi di uno spruzzino, avendo cura di non dissotterrare e disperdere i semi. L’innaffiatura dovrà continuare tutti i giorni, fino alla comparsa dei germogli. Successivamente, andrà ridotta la frequenza, secondo l’andamento meteorologico della stagione.
A mano a mano che le piantine crescono vanno sfoltite diradandole fino a consentire una distanza di una trentina di centimetri tra di loro. Le piantine sradicate potranno essere posizionate in altri luoghi idonei o direttamente in vaso.
Coltivazione in vaso
Per la semina in vaso occorre preparare un terriccio composto da una parte di sabbia, una di torba e una di terriccio universale. Sul fondo del vaso serve predisporre dei ciottoli misti a ghiaia per consentire un buon drenaggio dell’acqua. Sempre collocato sul fondo si pone uno strato di stallatico maturo.
Anche per la coltura in vaso, una volta germogliati i semi, si procederà al loro sfoltimento.

Irrigazione e concimazione
La melissa, come quasi tutte le piante aromatiche, non necessita di molta acqua, salvo nei primi giorni di semina, fino allo spuntare dei germogli e in piena estate. Pertanto, una volta spuntate le pianticelle, andranno bagnate con moderazione, lasciando alle piogge primaverili il compito d’irrigare, sperando nella loro magnanimità, mentre nel periodo estivo bisognerà provvedere ad irrigare regolarmente, evitando i ristagni che potrebbero causare muffe nelle radici e far marcire la pianta.
La concimazione si effettua solo nei nuovi impianti per favorire lo sviluppo vegetativo. Successivamente, salvo casi sporadici, non serve addizionare il terreno con altro concime.
Mantenimento delle piante e potatura
La cura della melissa consiste nello sfoltire le pianticelle troppo appressate tra loro, distanziandole di 30 cm circa le une dalle altre, in modo da consentire uno sviluppo ottimale.
Le parti (foglie, steli, fiori) divenute secche o danneggiate andranno eliminate, in tal modo si avranno pianticelle sempre verdi e rigogliose fino alla fine del loro ciclo vitale che si conclude a fine estate, dopo la fioritura. In questo periodo andranno tagliati alla base gli steli divenuti oramai secchi. Nella primavera successiva, dalle radici dell’anno precedente spunteranno nuovi getti.
La cimatura degli apici vegetativi stimola l’accrescimento di nuove foglie e nuovi getti laterali che renderanno la pianta più folta.
I semi, derivanti dai frutticini maturi, potranno essere conservati per successive semine. Oppure si potranno lasciar cadere liberamente lasciando fare alla natura. In tal modo, l’anno successivo, vedremo spuntare nuove pianticelle.
Malattie e parassiti
La melissa è soggetta agli attacchi di afidi e cocciniglie, parassiti che si riuniscono in fitte colonie, localizzate in special modo all’ascella delle foglie. Questa aggressione porta le foglie ad accartocciarsi e a danneggiarsi.
Contro gli afidi si può opporre un rimedio naturale da spruzzare direttamente sulle foglie. Si tratta di un macerato d’ortica e aglio.
L’oidio (mal bianco) è un’altra fitopatologia comune a molte piante, di cui va soggetta anche la melissa. In questo caso, le foglie si presentano cosparse di una fitta polverina bianca. L’oidio, essendo un micete, generalmente si manifesta in una condizione di clima troppo umido e porta in breve tempo le foglie a ingiallire e a cadere.
Le foglie attaccate dall’oidio vanno staccate ed eliminate prontamente, avendo cura di non buttarle nelle vicinanze di altre colture vegetali per non diffondere l’infezione.
Un altro inconveniente in cui potrebbe incorrere la melissa, è la muffa delle radici, patologia determinata da crittogame e/o microrganismi fungini, situazione sovente dovuta ad eccessivo ristagno di acqua. Questa malattia porta le foglie ad ingiallire e a cadere. Il marciume, dalle radici si può espandere a tutta la pianta che infine marcisce e muore. Pertanto, occorre evitare eccessive innaffiature. Per lo stesso motivo, nella coltivazione in vaso, è necessario svuotare i sottovasi dall’acqua stagnante.
La coltivazione in vaso, essendo più facilmente controllabile, non necessita di particolari cure, mentre la coltivazione in piena terra richiede un po’ più di manutenzione. È consigliabile estirpare la maggior parte di erbe infestanti, specialmente durante il primo periodo di crescita per evitare che possano soffocare le giovani pianticelle.
Raccolta e conservazione
Della melissa si utilizzano principalmente le foglie, raccolte prima della fioritura, quando sono ricche di principi attivi e nel pieno della loro fragranza agrumata. Per la loro conservazione si possono essiccare velocemente all’ombra, in luogo caldo e ben ventilato. Oppure si possono tagliare gli steli alla base, legarli in fascetti e appenderli, sempre in luogo caldo e asciutto. Una volta essiccate, le foglie possono essere sbriciolate e conservare in vasi di vetro ben chiusi.
Le foglie si possono anche conservare fresche; per questo, devono prima subire un processo chimico denominato “sbiancatura” che consiste nell’immergere le foglie in acqua bollente per un brevissimo attimo, subito tolte e riposte in una bacinella colma di ghiaccio. In tal modo conserveranno il loro colore e buona parte dell’aroma per diversi giorni.
Proprietà e utilizzi
La melissa è utilizzata in ambito erboristico soprattutto per le sue spiccate proprietà sedative e rilassanti, oltre che antispasmodiche, digestive e carminative. Utile nel combattere la nausea e il vomito, specie se di origine nervosa, e le vertigini. Indicata per stimolare l’appetito e facilitare la digestione.
Il suo impiego ad uso cosmetico è rivolto a prodotti bagno/doccia con attività sedativa e antinevralgica e alla realizzazione di acque toniche per viso/corpo. L’oleolito di melissa viene utilizzato come ingrediente in unguenti contro le irritazioni cutanee e le punture di insetti.
L’elevato costo dell’olio essenziale, ottenuto dalla distillazione delle foglie di melissa, è dovuto alla sua bassissima resa, per questo è considerato un prodotto molto pregiato.
In ambito culinario, la melissa viene sfruttata principalmente per il suo gradevole aroma agrumato in varie preparazioni che vanno dai primi piatti, alle bevande, fino al dolce, gelato compreso.
Storia e curiosità
Nel linguaggio dei fiori la melissa simboleggia la dolcezza e la gaiezza.
La melissa è l’ingrediente principale del Gran Chartreuse o Elixir di lunga vita, meglio noto col nome di Liquore di Francia. Esso fu creato dai monaci benedettini, i quali si dedicavano con grande passione alla coltivazione delle erbe aromatiche in particolare. Questo liquore ottenne un successo così ampio da divenire celebre in tutta l’Europa Medioevale, tanto che Carlo Magno decretò che la pianta fosse coltivata in tutti gli orti del suo regno. Lo Chartreuse, oltre ad avere un gradevolissimo sapore, era dotato di spiccate proprietà digestive, aspetto questo che veniva spesso invocato come scusa dalle dame di quel tempo per farne un uso non sempre morigerato.
Famosa è anche l’acqua di melissa delle Suore Carmelitane usata contro svariati disturbi come le coliche e l’indigestione, l’emotività e l’ansia, le tachicardie e i tremori, le vertigini e il vomito.
Alcuni mazzetti di melissa posti negli armadi tengono lontano le tarme.
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