Come misurare il pH del terreno e come modificarlo

In questo articolo vedremo perché è importante conoscere il pH del terreno che coltiviamo, quali piante da orto preferiscono i terreni acidi, quali in quelli alcalini vegetano meglio. Come correggere l’eccesso di acidità o basicità. Come misurare da soli il pH del terreno.

Il pH del terreno non è uguale per tutti

Potremmo dannarci l’anima, ma nell’orto alcune piante sembrano crescere a stento.

Eppure abbiamo vangato, concimato, annaffiato, zappettato e tolte le infestanti.

Nulla da fare, lì dove le patate hanno prodotto come se non ci fosse un domani, le piantine di porro che abbiamo trapiantato stentano ad avere un gambo carnoso come lo vorremmo.

Eppure abbiamo fatto tutto come ci hanno insegnato. Cosa può causare questa differenza di successo?

Per esperienza posso dire che ci sono cause e concause difficilmente ponderabili nel loro complesso (nutrienti macro e micro, drenaggio, quantità acqua, presenza di funghi e batteri, tossine, esposizione, temperatura terreno…) e se una determinata specie orticola nel nostro appezzamento non da soddisfazione per due o tre stagioni di seguito, la cosa migliore è abbandonare l’idea di averla nel nostro cesto della raccolta.

Ma la ragione, nell’esempio riportato può essere semplicemente il pH del nostro terreno…

Diamo un’occhiata alle tabelle ed ecco: la patata prospera in terreni con pH compreso tra 5,5 e 7,0, quindi in terreni subacidi, il porro tra 6.0-8.0, quindi da leggermente acidi a basici…

E se il nostro terreno fosse un po’ troppo acido per il porro? Possiamo fare due cose: cercare di correggere l’acidità eccessiva, allargando così il numero di specie e varietà coltivabili con successo, oppure organizzare la nostra produzione con le specie che prediligono un determinato tipo di terreno, acido nell’esempio riportato.

Ma cerchiamo prima di capire di cosa stiamo parlando.

Cosa è il pH del terreno

Ma cosa è il pH? Perché il pH è così importante? Come fa a influenzare lo sviluppo delle piante?

Innanzitutto il nome è semplicemente la sigla di un algoritmo che gli dette il chimico danese che lo scoprì: pondus hydrogenii in latino o potetential of hydrogen in inglese…

C’è un po’ di dibattito su che lingua avesse usato il nostro amico scandinavo. “Potenziale di idrogeno” ci fa capire meglio di cosa si tratta.

Risparmiamoci lo sviluppo dell’algoritmo ma in pratica i soggetti del calcolo sono la quantità degli ioni liberi di idrogeno con carica positiva in una soluzione acquosa.

Per convenzione il calcolo porta a un risultato su una scala da 0 a 14 con, per intenderci, l’acido cloridrico che ha valore 0, l’acqua distillata che ha valore 7 cioè neutra, l’idrossido di sodio che ha valore 14 e quindi diremo che sostanze con:

  • pH neutro, hanno valore pari a 7
  • pH acido, hanno valore inferiori a 7
  • pH basico, hanno valore superiore a 7

Il pH del terreno del nostro orto dipende principalmente dalla sua natura originaria, vale a dire dal lento e inesorabile disgregamento delle rocce originarie o riportate da lontano come nei terreni alluvionali o eruttivi che hanno formato il suolo.

Ma anche dai fattori esterni, per esempio il terriccio che si forma in superficie a un antico bosco di castagno sarà fortemente acido, ma anche l’acqua di irrigazione muta il pH.

Un esempio sono le piogge acide che cadono nelle zone fortemente inquinate.

O addirittura l’acqua che non cade: nei climi siccitosi e che fa si che si concentrino i sali minerali aumentando la basicità.

Se l’acqua che usiamo proviene da un pozzo o da un acquedotto è ricca di calcare, questo fa aumentare la basicità dell’acqua.

In linea di massima qualunque sostanza organica apportata al terreno, a contatto con l’acqua aumenta l’acidità perché gli acidi organici della sostanza organica cominciano a circolare nel terreno.

Al contrario, chi utilizza i fertilizzanti minerali abbassa l’acidità. Insomma un vero ginepraio di fattori esterni influenza la chimica del nostro terreno.

Teniamolo a mente perché in base a questo ci regoleremo non solo sulle specie da scegliere ma anche su come agiremo noi nella concimazione e nell’irrigazione.

terreno alcalino o acido come riconoscerlo

Perché il pH influenza il vigore delle piante

Diciamo subito che buona parte delle piante ortive prospera in terreni subacidi o leggermente basici individuabili nella scala del pH tra 5 e 7,5.

Come abbiamo spiegato nell’articolo la pianta assorbe i nutrienti di cui ha bisogno sotto forma di sali disciolti nell’acqua.

Questo complesso di sali minerali sono per lo più disponibili in soluzione leggermente acida, ma non hanno tutti il medesimo pH ideale, per così dire, per circolare e venire assorbiti dalle radici.

Più i valori di pH vanno verso gli estremi e più i minerali tendono a legarsi in composti consolidati con le molecole del terreno e, dunque, a non essere disponibili per la pianta.

Con pH troppo basso, dunque terreni troppo acidi, elementi come il ferro vengono assorbiti maggiormente, ma se l’ambiente è basico, questo prezioso elemento si lega al terreno e non c’è verso di farlo salire nei tessuti della pianta.

Domanda: una pianta che richiede un apporto significativo di ferro crescerà meglio in un terreno acido o in un terreno basico?
Bravi avete vinto, e qui sta il punto.

Ogni pianta ha necessità diverse rispetto la quantità e la qualità degli elementi che necessita di assorbire e se questi elementi non sono disponibili perché, anche se apportati attraverso la concimazione, vengono bloccati nel terreno, la nostra pianta non avrà il vigore che ci aspettiamo.

Ora le buone notizie: i cosiddetti macro elementi, azoto, fosforo e potassio, necessari in grande quantità per le funzioni vitali della pianta, hanno tutti la solubilità maggiore con un pH compreso tra 6,5 e 7,5.

Dunque questo sarà il terreno dove giocheremo la nostra partita ideale.

Più ci allontaneremo da questi valori e più avremo a seconda dell’elemento, maggiore disponibilità o assenza di disponibilità dei cosiddetti microelementi, chiamati così perché ne servono piccole quantità e non perché non siano fondamentali per il corretto sviluppo della pianta attraverso le sue funzioni vitali.

Come si misura il pH del terreno

Il nostro orto lo stiamo facendo su un terreno acido, basico o neutro?

Un primo pronostico lo possiamo tirare a indovinare: se c’è vita vuole dire che il pH è compreso tra 4 e 8.

Abbiamo diversi strumenti a disposizione per costare il grado di pH del nostro terreno. E di diversa affidabilità.

Se stiamo per fare un investimento, vale a dire stiamo per acquistare o affittare un terreno perché vogliamo fare le cose in grande per prima cosa rivolgetevi a un laboratorio specializzato, dai campioni di terreno otterrete lo stato di salute dello stesso, informazioni sulla sua struttura, il pH ma anche eventuali carenze di macro e micro elementi.

Nel caso di orto in vasi sul balcone annaffiato con l’acqua del rubinetto è facile che da una stagione all’altra il calcare accumulatosi abbia alterato il pH spingendolo con valori sopra il 7, dunque basico.

Non state a perdere tempo: aggiungete terriccio nuovo  che apporta nutrimenti e corregge il pH.

Semmai cercate un terriccio più o meno acido a seconda delle piante che volete coltivare.

Nell’orto il sistema più semplice è quello di procurarsi delle cartine al Tornasole .

Non è un sistema in grado di darvi la precisione di un laboratorio ma sicuramente indicherà se il nostro terreno è acido o basico e se molto acido o gravemente basico.

Sarà vostra cura prelevare un campione di terreno a una ventina di centimetri di profondità e in più punti del terreno.

Se l’orto è già attivo scegliete punti dove non sono state fatte concimazioni recenti in modo che il terreno sia il più “originario” possibile. 

Lo mischierete bene e lo farete essiccare, quindi polverizzatelo eliminando sassi, parti organiche e tutto quello che non è terra schiacciandolo con una bottiglia come fosse un mattarello.

Il campione che vi occorre sono circa 100 grammi di terra secca e polverizzata e che metterete in un vaso di vetro pulito.

Aggiungete 250 ml di acqua distillata, chiudete e shakerate per bene per una quindicina di minuti.

Quindi lasciate riposare una mezzora. Ora siamo pronti a immergere la cartina al tornasole.

Attenzione però: la vostra pelle non è neutra dunque la parte di cartina da trattare la sposterete con una pinzetta.

Aspettate la reazione con i tempi richiesti dal prodotto e che sono segnalati sulla confezione. Quindi confrontate la colorazione con la tabella di riferimento presente sulla confezione. Il gioco è fatto.

Per chi volesse investire qualche decina di euro, sono disponibili anche on line strumenti multifunzione  che oltre al grado di pH ci indicano la temperatura del terreno (ottima informazione per le semine primaverili) e il grado di umidità.

Non avranno una precisione da laboratorio ma forniscono indicazioni utili.

Alcuni kit con reagenti permettono anche di misurare la quantità di azoto, fosforo e potassio presenti nel terreno, utili per ottimizzare la concimazione.

phometro

Come si corregge il pH

Non fatevi troppe illusioni: se avete l’orto in un terreno alcalino, difficilmente lo trasformerete in un terreno acido e viceversa.

Però possiamo lavorare per muovere quel mezzo punto di pH necessario affinché una certa specie cresca meglio.

Sarà probabilmente un mutamento temporaneo, ma potremo sicuramente mutare la chimica del terreno su una determinata aiola per il tempo necessario alla nostra coltivazione.

Terreno troppo alcalino

Se troppo alcalino possiamo innanzitutto eseguire delle letamazioni ogni anno al momento della preparazione del terreno.

Questa operazione non guasta mai: migliora il pH, scioglie i terreni troppo compatti, lega quelli troppo sciolti, migliora la lavorabilità, il trattenimento dell’acqua e dei nutrimenti oltre che apporta nutrimenti al terreno, riscalda prima il terreno in primavera.

Insomma mettete letame nel vostro terreno.

Detto questo, su una determinata aiola da acidificare potete mischiare del terriccio di castagno o della torba.

Va bene anche il terriccio in sacchi dedicato alle piante acidofile  (ortensie, azalee, gardenie).

Potrete buttare sul terreno fondi di caffè (una volta mi ero messo d’accordo con una barista che me ne forniva a secchi), pacciamare con aghi di pino, scaglie di corteccia di conifere, foglie di castagno o di quercia.

É anche importante che i terreni basici siano mantenuti umidi per facilitare la circolazione degli acidi grassi della sostanza organica.

Come accennato all’inizio, in un terreno troppo basico evitate di apportare calcare attraverso l’acqua dell’acquedotto.

Se dovete usarla fatela decantare in un serbatoio qualche giorno prima e non utilizzate quella sul fondo dove si sarà depositato il calcare che peggiorerà la situazione.

Allo stesso modo eviterei di mettere nel mucchio del compost gusci di uova e cenere.

Terreno troppo acido

Un terreno troppo acido, al contrario, si può correggere con la calce idrata .

Viene venduta anche in sacchi da 25 kg specifica per i terreni. Come quantità viene indicata all’incirca in 400 grammi al metro quadro per punto di pH da correggere e va spolverata su terreno pulito e non letamato di fresco.

Anche la cenere della stufa a legna può essere utile per correggere l’eccessiva acidità ma questa operazione è piuttosto controversa.

La cenere infatti corregge l’acidità e apporta potassio ma va distribuita con parsimonia.

Personalmente la uso solo come barriera naturale per le lumache introno all’aiola e poi la mischio al terreno a fine coltura, ne rovescio qualche secchio sparpagliato sull’orto spoglio in inverno prima di vangare e ne do una spolverata nel solco delle patate.

Sembra che l’apporto di fosforo e potassio della cenere al momento di trapiantare le piantine di melone rendano il frutto particolarmente dolce.

Detto questo vale sempre il discorso che è più semplice adattarsi a coltivare prodotti compatibili con il vostro terreno che il contrario.

tabella elementi ph tester

Il pH preferito dalle principali piante da orto

Di seguito una sintesi delle più diffuse piante da orto raggruppate per tipo di terreno e con valore indicativo di pH ideale.

Vi rimandiamo per l’approfondimento sul singolo ortaggio alle (link schede tecniche ortaggi) perché il pH ideale è solo uno dei fattori per una coltivazione di successo.

Terreno acido (pH compreso tra 4 e 5.5):

  • Mirtillo (4-5.5)
  • Prezzemolo (5.0-7.0)
  • Patata dolce (5.5-6)

Terreno leggermente acido (pH compreso tra 5.5 e 6.5)

  • Mora (5.5-6.5)
  • Lampone (5.5-6.5)
  • Basilico (5.5-6.5)
  • Patate (5.5-7.0)
  • Carota (5.5-7.0)
  • Cavolfiore (5.5-7.5)
  • Cetriolo (5.5-7.0)
  • Melanzana (5.5-6.5)
  • Aglio (5.5-7.5)
  • Melone (5.5-6.5)
  • Prezzemolo (5.0-7.0)
  • Zucca (6.0-6.5)
  • Radicchio (6.0-6.7)
  • Ravanello (6.0-7.0)
  • Patata dolce (5.5-6.0)
  • Pomodoro (5.5-7.5)
  • Rapa (5.5-7.0)

Terreno leggermente alcalino (pH superiore a 7)

  • Carciofo (6.5-7.5)
  • Rucola (6.5-7.5)
  • Asparago (6.0-8.0)
  • Fagiolo (6.0-7.5)
  • Barbabietola (6.0-7.5)
  • Broccolo (6.0-7.0)
  • Broccoletto (6.5-7.5)
  • Cavolino di Bruxelles (6.0-7.5)
  • Cavolo (6.0-7.5)
  • Cavolfiore (6.0-7.5)
  • Cavolo cinese (6.0-7.5)
  • Sedano rapa (6.0-7.0)
  • Sedano (6.0-7.0)
  • Cavolo da foglia(6.5-7.5)
  • Indivia / Scarola (5.8-7.0)
  • Finocchio (6.0-6.7)
  • Zucca (6.5-7.5)
  • Topinambur (6.7-7.0)
  • Cavolo Nero(6.0-7.5)
  • Cavolo rapa(6.0-7.5)
  • Porro (6.0-8.0)
  • Lattuga (6.0-7.0)
  • Okra (6.0-7.5)
  • Cipolla (6.0-7.0)
  • Origano (6.0-7.0)
  • Pisello (6.0-7.5)
  • Radicchio (6,0-6,7)
  • Ravanello (6.0-7.0)
  • Spinaci (6.0-7.5)
  • Bietola da costa (6.0-7.5)
  • Anguria (6.0-7.0)

Piante orticole adatte sia a terreni acidi sia alcalini

  • Carota (5.5-7.0)
  • Cavolfiore (5.5-7.5)
  • Cetriolo (5.5-7.0)
  • Indivia / Scarola (5,8-7,0)
  • Aglio (5.5-7.5)
  • Prezzemolo (5,0-7,0)
  • Pomodoro (5.5-7.5)
  • Rape (5.5-7.0)
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