Agricoltura circolare: il cippato ed i suoi usi

Ultimamente, abbiamo assistito a fenomeni metereologici piuttosto intensi, tali da provocare anche la caduta di molti alberi, altre volte invece, abbiamo a disposizione rami di alberi derivanti da potature annuali.

Cosa fare con il legname recuperato? Come trasformare un costo in una rendita?

Un’idea, noi del bosco della Luna, l’abbiamo avuta e vorremmo condividerla con tutti voi.

Abbiamo deciso di triturare il legno per produrre cippato, si tratta di una materia prima molto interessante e versatile che si presta a svariati utilizzi.

Attenzione però: non tutti i cippati sono uguali!

Le tipologie di cippato

Il legno possiede caratteristiche tecnologiche e chimiche differenti a seconda delle essenze di provenienza e dell’età della pianta al momento del suo taglio o della sua caduta o ancora della sua potatura.

Esistono per questa ragione tre tipologie principali di cippato ed in base alla tipologia si possono distinguere usi differenti:

  • Cippato di conifere
  • Cippato di latifoglie
  • Cippato di ramaglie
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Il cippato di conifere

Caratterizzato da elevato contenuto di lignina e in molti casi, dalla presenza di resina e altre sostanze tossiche per i microrganismi del suolo, non è adatto agli usi agricoli ma si presta molto bene ad usi nel settore edile.

Il cippato di latifoglie

Proveniente dal legno di grossi tronchi (diametro maggiore di 8 cm) può essere utilizzato come legno da ardere, come materia prima per componenti edili ecologici e per le affumicature del cibo.

Il cippato di ramaglie

Si ottiene triturando giovani rami con diametro inferiore a 8 cm, provenienti dalle potature.

È molto utilizzato in agricoltura per la pacciamatura, la produzione di compost ed il miglioramento del suolo.

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Il cippato ed i settori di utilizzo

  • Nel settore alimentare si utilizza per l’affumicatura degli alimenti, il mercato di questo prodotto è in crescita costante, soprattutto per affumicatura di carni, formaggi e salumi.
  •  Nel settore energetico si usa per produrre elettricità e riscaldamento (usato come biomassa)
  •  Nel settore agricolo può essere usato per la pacciamatura, i trattamenti del suolo e la produzione di compost.
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Il cippato nel settore alimentare: affumicatura del cibo ed essenze consigliate

Nell’antichità non era facile conservare nel tempo gli alimenti, si mettevano sotto sale o aceto, si essiccavano oppure si affumicavano.

L’affumicatura viene praticata con chips di legno ed ha il vantaggio secondario di fornire al cibo aromi caratteristici e molto graditi ai consumatori.

A seconda della metodologia con cui viene eseguita e delle essenze di legno utilizzate per praticarla fornisce differenti caratteristiche visive, olfattive ed organolettiche agli alimenti.

Ad oggi esiste una vera e propria filosofia dell’affumicatura.

Pensiamo ad esempio a carni e insaccati come pancetta, salsiccia speck e prosciutti, pesci come salmone e aringa e formaggi come scamorza o provola.

Per eseguire l’affumicatura si bruciano i chips di legno non resinoso perfettamente essiccato e non trattato, senza che la combustione produca fiamme e ciò consente la liberazione del fumo.

L’azione conservante prodotta dalla affumicatura deriva da alcuni composti chimici che si generano durante la combustione del legno, per citarne alcuni: formaldeide, composti fenolici ed acidi alifatici che insieme alla disidratazione e riscaldamento del cibo ne prolungano la conservazione, tuttavia non potendo garantire al 100% la stabilità microbiologica del prodotto finale oggi l’affumicatura ha pura valenza di insaporimento.

Per una affumicatura delicata si usa legno di ciliegio, melo ed ontano.

Per una affumicatura dal sapore più deciso di usa legno di acero e quercia.

Si può usare anche legno di arancio, pero, pesco e faggio, castagno, noce,

pioppo, acacia, betulla, faggio.

Il cippato per la produzione di energia e riscaldamento

L’uso del cippato proveniente dal legname di conifere e latifoglie di grosse dimensioni permette di sfruttare, in una logica di economia circolare, un prodotto di scarto, trasformandolo in una rendita.

Tale pratica fornisce vantaggi anche in termini di economia dell’ambiente.

Bruciare cippato, che lo si faccia in grossi impianti industriali  alimentati a biomasse o che si faccia in piccole caldaie domestiche (stufe a cippato), entra anche in una logica di economia ambientale: la produzione energetica è superiore del 30-40% rispetto a quella ottenuta da combustibili fossili, i costi  della materia prima sono inferiori in termini economici, i costi ambientali di trasporto della materia prima sono quasi nulli se il cippato è prodotto vicino alla zona di utilizzo, le emissioni di inquinanti CO2 (anidride carbonica) sono pari a quelli assorbiti dalla pianta durante il suo ciclo di vita, per non parlare del fatto che si riutilizza legname di scarto che se smaltito in discarica comporterebbe delle spese.

Inoltre, se lo paragoniamo al pellet, il suo prezzo di acquisto è più competitivo e la produzione meno onerosa.

Il cippato rientra nell’elenco delle fonti di energia rinnovabili e l’attenzione del Governo è attualmente concentrata sull’attuazione di una politica “green”, quindi occhio agli incentivi.

Il cippato in agricoltura e silvicoltura: un grande alleato del suolo sano

Il cippato è molto utile se cosparso sul terreno poiché è in grado di trasformarne la struttura, decomponendosi e generando humus.

L’humus è un ottimo fertilizzante, ammorbidisce la struttura del suolo e quindi anche l’assorbimento e il trattenimento dell’acqua innescando, migliorando o ripristinando l’attività biologica essenziale per il mantenimento di un suolo sano e vivo.

Un suolo sano migliora la difesa delle piante da diversi patogeni poiché e in grado di ospitarne gli antagonisti, soprattutto microscopici funghi chiamati micorrize e la fertilità nel lungo periodo grazie alla capacità di molti microrganismi di immobilizzare l’azoto, utilissimo fertilizzante, che altrimenti sarebbe facilmente disperso con l’irrigazione o le piogge.

Il periodo migliore per cospargere i suoli con cippato è la stagione invernale.

Il tipo di cippato più indicato da utilizzare è il cippato di ramaglie, poiché è il più ricco di nutrienti.

Con l’agricoltura tradizionale, in particolare l’aratura profonda, il suolo agricolo si compatta, perde fertilità e assume un colore chiaro, non è più possibile manipolarlo con le mani senza che si sgretoli come sabbia e non è più in grado di ospitare i microrganismi che gli donano vita e fertilità.

Per tali ragioni al fine di far crescere le piante coltivate è necessario immettere nel suolo grandi quantità di fertilizzanti e poiché le piante tendono ad ammalarsi di più, grandi quantità di prodotti chimici.

Per far “guarire” un suolo di questo genere è necessario far ripartire l’attività biologica compromessa ed il cippato di ramaglie è un validissimo mezzo.

Come sperimentato in Québec negli anni 70, gli effetti migliorativi del cippato di ramaglie sono molteplici e assai significativi:

  • Migliora la struttura del suolo
  • Migliora la fertilità del suolo
  • Migliora quindi la produttività del suolo
  • Migliora la capacità di assorbimento e trattenimento dell’acqua di irrigazione
  • Riduce le malattie
  • Funge da termoregolatore

Quindi il cippato è un grande alleato dell’agricoltura ma attenzione: un terreno morto non può essere resuscitato con il cippato, andranno usati altri accorgimenti e ci vorranno alcuni anni per riportarlo in salute, e anche per guarire un terreno ammalato con il cippato bisognerà armarsi di pazienza e dare il tempo alla lignina in esso contenuta di decomporsi lentamente grazie al lento lavoro di funghi e batteri del suolo: lavoro di decomposizione e creazione di humus.

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