Come coltivare l’anguria in vaso: tecniche e consigli

L’anguria è una pianta che durante il periodo estivo offre frutti succosi e rinfrescanti, spesso di generose dimensioni e quindi molto adatti al consumo in compagnia, dopo i pasti o per dissetarsi durante i lunghi e torridi pomeriggi d’estate.

Per coltivare l’anguria in vaso dobbiamo disporre di un plateatico o di un balcone molto grande, in quanto oltre ad utilizzare un vaso molto capiente, dovremo calcolare un ingombro maggiore poiché i rami di questa pianta tendono a svilupparsi parecchio, raggiungendo anche diversi metri di lunghezza.

Oltre a ciò, prima di iniziare la coltivazione di questo frutto estivo di origini egiziane, dobbiamo assicurarci di disporre di un balcone ben esposto al sole, quindi posizionato a sud, prerogativa fondamentale per ottenere cocomeri dolci e succosi.

Altre peculiarità pedoclimatiche e fondamentali nozioni di coltivazione riguardanti concimazione, irrigazione e varie operazioni colturali utili, verranno descritte in questo articolo insieme a qualche altro consiglio che vi permetterà di ottenere un raccolto sicuro e soddisfacente.

Un fattore altrettanto fondamentale per assicurare l’allegagione dei fiori di questo frutto è la presenza di insetti pronubi nei dintorni del nostro orto balcone.

Attirare api e altri insetti utili con fiori profumati ed erbe aromatiche, è fondamentale affinché avvenga una corretta impollinazione dei fiori femminili presenti sulla pianta d’anguria, dai quali si svilupperanno i preziosi e tanto ambiti frutti.

Il nome scientifico dell’anguria è Citrullus lanatus e appartiene alla famiglia delle cucurbitacee. È originaria dell’Africa tropicale e la sua coltivazione risale a tempi antichissimi: sono infatti stati ritrovati alcuni geroglifici della civiltà Egizia, risalenti a 5000 anni fa, che documentano l’abbondante coltivazione di questo frutto.

Periodo di coltivazione, esposizione solare e semina

L’anguria, per crescere correttamente e sviluppare fiori, ha bisogno di temperature comprese tra i 25 e i 30 °C; sopporta bene anche temperature superiori classiche del periodo estivo, dove in tutto lo stivale il termometro non fatica ad arrivare a 33 – 34 °C.

Nei mesi di aprile e maggio, quando anche le temperature notturne si sono stabilizzate su livelli di sicurezza, possiamo iniziare la coltivazione di questa cucurbitacea molto esigente in quanto a sole e calore.

L’esposizione solare che dovrà ricevere la pianta di cocomero, per tutto il ciclo vegetativo, sarà di pieno sole: i balconi esposti a sud saranno quindi i predestinati per la coltivazione di questa pianta da orto.

Per arrivare prima al raccolto dei frutti durante i mesi estivi, possiamo iniziare la coltivazione dell’anguria partendo dal seme e depositando le vaschette o i contenitori in semenzaio protetto.

Basterà procurarci dei vasetti abbastanza capienti di circa 10 – 12 cm di diametro, e riempirli con del terriccio da semina ; possiamo pressare leggermente con le dita la terra all’interno dei vasetti per poi adagiare un semino in ogni contenitore, ricoprendolo con altri 2 cm circa di terriccio.

I vasetti andranno posizionati in semenzaio  e mantenuti inumiditi fino alla comparsa dei primi germogli. Durante le ore diurne, in presenza di giornate calde e soleggiate possiamo aprire il semenzaio affinché all’interno non si crei eccessiva umidità.

Il periodo ottimale per effettuare la semina delle angurie da riporre in semenzaio è marzo – aprile, per ottenere piante pronte al trapianto nel vaso definitivo nel mese di maggio.

Sia per la semina in semenzaio che per quella diretta nel vaso definitivo, la luna consigliata è quella crescente, particolarmente stimolante per la formazione della parte aerea della pianta e per la formazione di abbondanti fiori.

Il vaso adeguato, terriccio e sesto d’impianto

Una delle maggiori problematiche per la coltivazione del cocomero in vaso è da attribuire all’esigenza di questa pianta d’essere coltivata esclusivamente in contenitori molto voluminosi, quindi non adatti a tutti i terrazzi, sia per l’importante ingombro, sia per il peso rilevante che graverebbe sulla soletta del poggiolo.

Se siamo particolarmente fortunati, e disponiamo di ampli spazi su un terrazzo robusto, o possiamo creare il nostro orto in vaso nel cortile di casa, possiamo procuraci un contenitore di diametro minimo di 60 cm o, se di forma diversa, dovremo garantire almeno 50 cm per quanto riguarda l’altezza.

Solamente, per chi ha l’esigenza di utilizzare il sottovaso, prima di introdurre il terriccio all’interno del contenitore potrà adagiare sul fondo uno strato formato da alcuni centimetri di materiale isolante, come ghiaia o argilla espansa , che fungeranno da barriera isolante tra le radici della pianta e l’acqua in eccesso accumulata nel sottovaso.

Il terriccio ideale per la coltivazione dell’anguria deve essere sciolto, drenante e ricco, con pH subacido compreso tra 5,5 e 7.

Parte del terriccio necessario al riempimento del generoso contenitore possiamo procurarcelo presso l’orto classico di un amico o di un parente, oppure da una zona di campagna se abbiamo l’occasione di raccoglierne qualche secchio.

Procuriamoci anche del classico terriccio da orto  che verrà miscelato o, per chi dispone solo di questo, usato per riempire completamente il vaso.

All’interno del contenitore è preferibile coltivare una pianta sola di cocomero, per assicurare una giusta areazione all’interno dell’apparato fogliare e maggiori elementi nutritivi contenuti nel terriccio.

Chi volesse coltivare più piante di anguria in vaso, la misura da rispettare tra un vaso e l’altro è di circa 1,5 metri.

anguria coltivazione

Concimazione e irrigazione

La pianta di anguria coltivata in vaso richiede un’abbondante concimazione iniziale per garantire un substrato ricco di elementi nutritivi ben graditi da questa orticola.

All’interno del contenitore è opportuno mescolare, al terriccio di coltivazione, alcuni kg di letame maturo o del compost, in proporzione alla capienza del vaso utilizzato. Per chi invece non ha la possibilità di reperire questi concimi naturali potrà servirsi dello stallattico pellettato , da usare in rapporto al peso del comune letame (1/10 in quanto essiccato), quindi maggiormente concentrato.

Possiamo inoltre introdurre nel vaso di coltivazione una modesta quantità di cenere di legna, che garantirà alla pianta una ricca presenza di potassio, elemento essenziale per esaltare il sapore e la dolcezza dei frutti del cocomero.

Per assicurare alla pianta di anguria tutti gli elementi nutritivi di cui necessita durante l’intero ciclo vegetativo, altre limitate concimazioni potranno essere effettuate a distanza di un mese una dall’altra.

Oltre ad essere molto esigente in quanto a elementi nutritivi, la pianta di anguria necessita anche di parecchi interventi idrici da effettuare giornalmente.

Per assicurare una crescita costante dei frutti, molto ricchi di liquidi, questa pianta cucurbitacea esige un substrato mantenuto spesso umido.

La quantità d’acqua necessaria per ogni pianta d’anguria coltivata in vaso dipenderà dalla grandezza del contenitore, dal mese in cui ci troviamo e dallo stadio vegetativo della pianta.

È quindi buona norma abituarsi a valutare spesso le condizioni del terreno di coltivazione per effettuare irrigazioni con tempistiche corrette, sfavorendo inoltre varie patologie di origine crittogamica.

Tra una bagnatura e l’altra è buona norma aspettare che tutto il terriccio presente all’interno del vaso si asciughi completamente per poi provvedere ad un nuovo ciclo d’irrigazione.

Le ore migliori per innaffiare l’anguria sono al mattino presto e alla sera dopo il tramonto, quando il contenitore non è più soggetto ai raggi diretti del sole che, scaldando e aumentando la temperatura del vaso, favorirebbero una veloce evaporazione dell’umidità residua nel terreno, lasciando meno tempo alla pianta per assorbire l’abbondante umidità di cui necessita.

Mantenimento: operazioni colturali utili

Durante l’intero ciclo vegetativo della pianta possiamo provvedere a mantenere libero da eventuali malerbe il terriccio di coltivazione all’interno del vaso.

Con l’arrivo della stagione calda e dei temporali estivi, se notassimo un indurimento superficiale del terreno, possiamo effettuare delle zappettature al fine di rendere maggiormente morbido e sciolto il terreno in cui si era formata una compatta crosta superficiale.

Cimatura della pianta di anguria

La tecnica della cimatura dell’anguria è un’operazione del tutto facoltativa per chi, come noi, intende realizzare un piccolo orto sul balcone.

Tuttavia, intraprendere questa pratica può avere dei notevoli vantaggi anche sulle piante coltivate in vaso. Prima di tutto cimando l’anguria dopo la quarta foglia all’emissione della sesta, otterremo come risposta vegetativa della pianta un rapido sviluppo dei rami ascellari, dai quali prontamente si svilupperanno fiori femminili che, successivamente all’allegagione, potranno via via trasformarsi in grossi frutti.

Il secondo vantaggio è quello di un contenimento vegetativo della pianta: coltivandola in contenitore non abbiamo a disposizione molto spazio dove far sviluppare il getto principale, pertanto cimandolo otterremo una vegetazione più folta ma in minor spazio.

Un altro importante aspetto che otterremo attraverso la cimatura, è quello di poter dar alla pianta la possibilità di far sviluppare un numero ridotto di frutti, che tuttavia risulteranno di maggiore pezzatura e talvolta anche migliori in termini di gusto.

Pacciamatura dell’anguria

Per creare un substrato dalle condizioni fisiche e chimiche adeguate alla coltivazione del cocomero, un aspetto da non sottovalutare è la pacciamatura.

Adagiando sopra al terriccio uno strato di paglia o alcuni centimetri di corteccia pacciamente , otterremo una barriera isolante in grado di ridurre notevolmente la traspirazione del terreno, dando quindi la possibilità alla pianta di favorire di un terreno umido per un lasso di tempo maggiore e allo stesso tempo creare le condizioni ideali per l’assimilazione di maggiori sostanze nutritive.

Avversità principali dell’anguria: malattie e parassiti

L’anguria è soggetta a varie malattie, sia di origine fungina che a virosi di vario genere.

Le malattie fungine che si manifestano più frequentemente su questa cucurbitacea sono l’odio, peronospora, tracheofusariosi, alternaria e botrice.

Tutte queste patologie scaturiscono in concomitanza di fattori ambientali e pedoclimatici come l’eccessiva umidità di suolo e ambiente, la bagnatura della parte fogliare della pianta durante le irrigazioni e una cattiva gestione del substrato di coltivazione.

Le malattie fungine sviluppano problematiche a carico delle foglie della pianta attaccata, da ingiallimenti, a accartocciamenti e necrosi, per finire, nel caso dell’oidio, con la formazione di patine di muffa bianca sulla pagina superiore delle foglie.

La virosi più comune che può manifestarsi sulla pianta di anguria è il virus del mosaico, che si presenta con deformazioni a carico di foglie, e talvolta anche frutti, e con macchie gialle a mosaico tipiche di questa patologia.

Gli insetti più comuni che possono danneggiare la pianta di anguria coltivata in vaso sono gli afidi; questi piccoli parassiti, di colore nero o verde, attaccano la pianta in colonie posizionandosi sulla pagina inferiore delle foglie.

Succhiando la linfa della pianta producono melata che imbratta l’apparato fogliare e che in breve tempo scaturisce in fumaggine.

Gli afidi sono inoltre molto pericolosi in quanto possibili vettori di virosi.

Nell’orto balcone possiamo contrastare questi parassiti irrorando le piante attaccate con macerati a base d’aglio, ortica, o peperoncino. Anche olio di Neem o sapone di Marsiglia sono ottimi prodotti per debellare improvvisi attacchi di afidi.

Possiamo scegliere uno di questi prodotti o preparare un macerato con aglio o peperoncino che già abbiamo in casa. Indipendentemente dal prodotto scelto dovremo irrorarlo sull’intero apparato fogliare con l’apposito nebulizzatore .

Poiché l’anguria appartiene alla stesa famiglia botanica del cetriolo, queste due piante orticole sono molto simili in quanto a possibili malattie e parassiti che potete trovare e approfondire punto per punto nella sezione specifica dedicata alle avversità principali del cetriolo.

Quando raccogliere le angurie

anguria come coltivare

Solitamente la pianta di anguria impiega dai 3 ai 4 mesi per sviluppare e portare a completa maturazione i propri frutti.

Alcuni segni distintivi ci faranno capire quando è il momento migliore per prelevare questi gustosissimi frutti dalle nostre piante coltivate in vaso.

Quando le angurie sono di buone dimensioni, e intuiamo che il momento del raccolto s’avvicina, possiamo tenere sotto controllo soprattutto il picciolo, cioè l’organo vegetativo posizionato tra frutto e pianta.

Quando il frutto è maturo, il picciolo tende a seccare e, vicino a questa zona, sulla buccia del frutto, si può formare una leggera depressione.

La buccia, inoltre, a completa maturazione del frutto appare particolarmente lucente e diviene più tenera, tanto da riuscire a scalfirla anche con un’unghia.

Dall’orto alla cucina…

Tra le molteplici proprietà dell’anguria si annoverano qualità di rafforzamento del sistema immunitario, proprietà depurative e antinfiammatorie.

Nelle calde estati italiane l’anguria è un ottimo frutto da assaporare in compagnia, semplicemente tagliato a fette e gustato fresco: succoso e dissetante.

Per chi volesse cimentarsi nella preparazione di qualche semplice ricetta a base di anguria consiglio di provare il sorbetto all’anguria, da servire come gustoso dessert dopo le lunghe cene estive, oppure il gelo di anguria alla siciliana, altro dolce gustoso e di facile preparazione tipico della Sicilia.


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