La sostenibilità e le voci che non abbiamo ascoltato
Le teorie degli “inascoltati” puntavano a un altro genere di profitto, un profitto collettivo che aveva (e ha) a che fare con la giustizia sociale, con l’ecologia, con la prudenza, con la tutela del bene comune e con la volontà di evitare alcune grandi catastrofi.
Il profitto e la cura è un saggio pubblicato nel 2021 dalla giornalista e docente Cinzia Scaffidi. Parte della collana AsSaggi di Slow Food Editore, questo libro rende omaggio a tutti gli autori illustri che ci avvertirono, ma che rimasero inascoltati e che meritano ora – alle soglie della tanto attesa “transizione ecologica” – di essere riletti con nuova attenzione.
«La signora Carson considera l’equilibrio proprio della natura la principale forza nella sopravvivenza dell’uomo. Al contrario, i chimici moderni, i biologi moderni e gli scienziati credono che sia l’uomo a controllare saldamente la natura».
Ancora visioni riduzioniste contro visioni complesse. Linearità dell’attenzione al profitto contro la visione integrata che presuppone la cura.
Indice dei contenuti
Il profitto e la cura: trama
Nel corso dei secoli il mondo della produzione alimentare ha fatto di tutto per adeguarsi ai modelli industriali, cercando di soddisfare le esigenze del mercato e trascurando quelle della natura.
Nella scelta tra profitto e sostenibilità ha sempre vinto il profitto, a livello produttivo, a livello organizzativo e a livello normativo. Oggi che questo sistema mostra in molti modi tutta la sua pericolosità e le sue debolezze, ci avviamo alla cosiddetta “transizione ecologica“.
Avremmo potuto farlo prima? Certo, se avessimo dato ascolto alle voci “dissonanti” che da tanti ambiti – poesia, letteratura, scienza, filosofia, attivismo – chiedevano, anche in tempi non sospetti, rispetto per le risorse, per gli equilibri naturali, per il benessere di tutti.
Sono tanti gli autori che oggi potrebbero dire “io lo avevo detto!”: è il momento di rendere loro omaggio e di rileggere i loro scritti con una nuova attenzione.
Dalla Bibbia a Marx, da Giorgio Caproni a Laura Conti, da D.H. Lawrence a Rachel Carson, da Jean Jono a Carol Anne Duffy, le tante voci del passato e del presente che la globalizzazione della politica e della produzione non ha saputo e voluto ascoltare, in un libro che prova a riannodare i fili di una consapevolezza che oggi può essere di grande aiuto.

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L’autrice: Cinzia Scaffidi
Cinzia Scaffidi, giornalista e docente, studia le problematiche globali collegate al cibo – dall’ambiente alla salute pubblica, dalla sostenibilità ai diritti di consumatori e produttori – e il modo in cui sono connesse tra loro.
Le sue pubblicazioni più recenti, tutte per Slow Food Editore, sono:
- Mangia come parli. Come è cambiato il vocabolario del cibo (2014) ;
- Che mondo sarebbe. Pubblicità del cibo e modelli sociali (2018) ;
- Il mondo delle api e del miele (2019) .
Dall’aprile 2020, complice il Coronavirus, cura il blog “Ci leggiamo qua“.
«L’intima logica del capitalismo – scriverà poi Laura Conti – confligge ormai apertamente con i limiti naturali che l’agricoltura non può valicare.» Lo diceva più di quarant’anni fa, e durante questi quattro decenni quei limiti abbiamo continuato a ignorarli.

Il profitto e la cura: recensione
Un volume da leggere tutto d’un fiato, che contiene nel titolo la premessa di tutto ciò che succede tra le sue pagine: la sostenibilità e le voci che non abbiamo ascoltato.
Non è facile fare il sunto di un libro che interpreta il mondo e la sua storia costringendoci a ripensare tutto, a smontare pezzo per pezzo tante false informazioni che davamo per scontate. Ma soprattutto a farci una nuova cultura, uscendo dai meccanismi di crescita e modernizzazione che ci hanno inculcato fin da bambini, che abbiamo subito e forse fatto subire. A perderne, oltre alla comunicazione con noi stessi e con il mondo, è stato il rapporto con la cosa più importante: il rapporto con la natura.
È un tema che richiamo spesso nei libri che vi consiglio, sollevando il problema di un modello di insostenibile supremazia della specie e competizione tra individui, anziché di una auspicabile e ben più fruttuosa cooperazione tra individui.
La drammatica concatenazione di eventi naturali e sociali che riguardano la Terra, così come l’uomo, ci porta ad una necessaria riflessione critica come esseri umani, parte di un cosmo composto da un’infinità di specie viventi di cui rappresentiamo un mediocre 0,01%.
Lo stile della docente e giornalista è accattivante, si fa leggere facilmente ed è ricco di citazioni davvero preziose. Un libro che serba al suo interno una moltitudine di libri. Cinzia Scaffidi riesce così a tenere il passo con la storia e la cultura classica e moderna con leggerezza, ma senza rinunciare ad una precisione estrema di dati, aneddoti e informazioni.
Vittima, assieme a voi tutti, del mercato che impone la legge del massimo profitto, assai spesso in contraddizione con le scelte necessarie agli umani e alla Terra, vi lascio con questo quesito: come e perché gli umani decisero di diventare agricoltori e dunque di abbandonare la caccia, sperimentando per la prima volta il peso del lavoro, da cui tutti gli animali non umani rimasero invece liberi?

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A chi consiglio Il profitto e la cura
A tutti i curiosi, agli assetati del sapere, appassionati di cultura e verità: almeno una volta nella vita dovete leggere questo libro!
Un libro che, come dicevo prima, contiene al suo interno una moltitudine di libri. Le citazioni contenute sono quanto di più prezioso per aprire la mente con la conoscenza.
Per chiunque voglia uscire dal meccanismo di crescita e profitto, un testo che va oltre le solite tiritere e che con spizzante semplicità va dritto al punto.
Uno di quei volumi da avere a casa, e da rivedere ogni tanto… oserei dire da studiare, per farne propria ogni piccola consapevolezza.
- Scaffidi, Cinzia (Autore)