Un ortaggio molto interessante da coltivare nell’orto balcone, che non richiede particolari cure e che si può piantare in più periodi dell’anno, è il porro.
Questa pianta, grazie alla sua rusticità, si adatta molto bene anche alla coltivazione in vaso; per ottenere un raccolto soddisfacente dovremmo garantire un substrato morbido e drenante, una corretta esposizione solare ed effettuare frequenti bagnature del terreno.
Queste caratteristiche di coltivazione, insieme ad altri importanti fattori pedoclimatici, verranno descritti in questo articolo congiuntamente a specifiche tecniche, volte a ottenere un miglioramento qualitativo dell’ortaggio; non mancherà inoltre qualche consiglio utile per mantenere vigorose e in salute le piante in vaso.
Esistono diverse varietà di porro che si differenziano principalmente per il periodo in cui i fusti divengono pronti per il raccolto, estivi o invernali, oppure per il diametro massimo che può raggiungere lo stelo della pianta, dai porri giganti, ai porri “bastoncino” perché sottili come un dito, alla varietà “Olaf” particolarmente resistente al freddo.
Il nome scientifico del porro è Allium porrum e appartiene alla famiglia delle liliacee, proprio come cipolla e aglio.
Originario del Mediterraneo orientale, sembra che il porro fosse già coltivato dagli Egiziani, mentre gli antichi Greci e il popolo Romano, oltre a utilizzarlo come alimento, lo impiegavano anche come rimedio naturale per mantenersi in salute.
Oggi, nella tradizionale cucina Mediterranea, il porro è diventato un vero e proprio punto di riferimento. Il sapore delicato e la gradevole dolcezza che è in grado di regalare a molte pietanze, fanno di questo ortaggio un ingrediente imprescindibile per la preparazione di piatti unici.
Periodo di coltivazione, esposizione solare e semina
Il porro può essere coltivato a partire dai primi mesi di primavera, effettuando il raccolto durante i mesi estivi, oppure può essere seminato nel mese di luglio e trapiantato nel vaso definitivo ad agosto, ottenendo in questo caso le piante pronte per essere raccolte durante i mesi invernali.
La temperatura ideale di coltivazione del porro è compresa tra i 15 e i 25 °C, se pur sopporta anche temperature più calde e resiste ugualmente ai climi freddi, arrestando la crescita solamente con temperature inferiori ai 5 °C.
Il vaso di coltivazione che ospita il porro dovrà essere posizionato in pieno sole; terrazzi esposti a sud sono quindi i prescelti per ottenere porri di ottima pezzatura. Per chi dispone di un balcone con esposizione solare a sud-est o sud-ovest è comunque consentita la coltivazione di questa pianta liliacea, disponendo dell’irraggiamento solare per buona parte della giornata.
Iniziare la coltivazione del porro partendo dal seme è molto soddisfacente per l’orticoltore che, con semplici tecniche di semina e trapianto, potrà successivamente usufruire di piante completamente autoprodotte.
Procuriamoci le sementi di porro della varietà prescelta, del terriccio da semina , e dei vasetti da semenzaio di diametro di 4 – 5 cm, preferendo la profondità rispetto alla larghezza. Riempiamo i vasetti col terriccio pressandolo leggermente con le dita, adagiamo per ogni vasetto un seme e ricopriamoli con uno strato di 1 cm di terra.
Innaffiamo i vasetti e manteniamoli umidi finché non vedremo spuntare i primi esili filetti.
Le operazioni di semina si possono effettuare a febbraio – marzo a seconda della regione in cui ci troviamo. I vasetti potranno successivamente essere custoditi in semenzaio protetto che verrà posizionato in un luogo soleggiato e luminoso.
Se ne abbiamo l’esigenza possiamo effettuare anche la semina estiva, nel mese di luglio; in questo caso i vasetti andranno posizionati in semi ombra e il coltivatore dovrà provvedere a bagnare più volte al giorno il terriccio. poiché il caldo estivo impiegherebbe poco tempo per disidratare completamente la poca terra contenuta nei vasetti.
Dopo circa 30 – 40 giorni dal momento della semina, possiamo trapiantare le giovani piantine nel vaso definitivo.
Per chi vuole effettuare le operazioni di semina seguendo le fasi lunari, il porro tradizionalmente va seminato durante la fase di luna calante.
Chi desidera invece trapiantare giovani piante acquistate in vivaio, saltando la fase della semina, i mesi indicati sono marzo – aprile e agosto – settembre.
Il vaso adeguato, terriccio e sesto d’impianto
Il porro può essere coltivato in vasi con altezza minima di 30 cm, necessari per assicurare alla pianta tutti gli elementi nutritivi di cui necessita.
L’ideale tuttavia, è l’utilizzo di vasi rettangolari di dimensioni medio grandi, come le classiche fioriere , dove al posto dei fiori possiamo coltivare gli ortaggi. Dentro a questi capienti contenitori possiamo piantare svariate piante di porro, a seconda della dimensione specifica del vaso.
Per una crescita costante del porro. e per far sviluppare correttamente il fusto, dobbiamo preparare un substrato morbido, sciolto e drenante.
Parte della terra, se ne abbiamo la possibilità, possiamo reperirla in zone di campagna vicino a casa, o presso l’orto di un amico o parente. Per concludere il riempimento del vaso, possiamo utilizzare del classico terriccio universale per orto .
Il pH ideale per la coltivazione del porro è compreso tra 6 e 7.
Il sesto d’impianto adeguato per la coltivazione del porro in vaso è di 20 cm, da lasciare tra una pianta e l’altra. Nel caso utilizzassimo grandi vasi rettangolari, possiamo effettuare il sesto d’impianto a zig zag in modo da ottimizzare il poco spazio a disposizione.

Concimazione e irrigazione
Il porro si accontenta di concimazioni moderate che, tuttavia, forniscono gli elementi nutritivi essenziali per poter ottenere fusti adeguatamente ingrossati.
Quando effettuiamo le operazioni di preparazione del vaso, insieme al terriccio di coltivazione possiamo introdurre nel contenitore anche del letame maturo, che andrà miscelato per bene raggiungendo tutti gli strati del vaso.
Assicuriamoci di utilizzare letame ben maturo poiché il porro non gradisce concimi organici freschi o parzialmente maturi.
Possiamo aggiungere al vaso di coltivazione anche del compost ben trasformato, in grado di donare al terreno freschezza e morbidezza.
Chi non riesce in nessun modo a reperire uno di questi concimi può utilizzare dello stallatico pellettato , da aggiungere anch’esso all’interno del contenitore al momento della preparazione del vaso.
Lo stallatico pellettato, poiché essiccato, è da utilizzare con peso di 1 a 10 rispetto al letame maturo.
Il porro coltivato in vaso necessita di irrigazioni giornaliere, per evitare che il terreno indurisca creando una compatta crosta superficiale che rallenterebbe lo sviluppo dei fusti delle piante.
Possiamo apportare l’acqua necessaria con un classico innaffiatoio o, se disponiamo di un rubinetto dell’acqua nei pressi dell’orto in vaso, possiamo predisporre un semplice ma utilissimo impianto d’irrigazione automatico (formato da centralina e tubo gocciolante ) in grado di irrigare tutti i vasi di coltivazione.
Sia che provvediamo noi manualmente, sia che impostiamo la centralina automatica, l’orario migliore per bagnare i vasi di coltivazione è al mattino presto o alla sera dopo il tramonto del sole. In questi orari il terreno all’interno dei vasi resterà umido per un lasso di tempo maggiore e le piante beneficeranno di maggiore umidità per idratarsi correttamente.
Rincalzo e imbianchimento del porro
La tecnica del rincalzo serve per sbiancare e rendere il più possibile tenero il fusto del porro. Nell’orto classico solitamente si effettua con l’ausilio della zappa, spostando parte del terreno a ridosso della parte basale dei porri.
Così facendo, la base dei fusti coperta dalla terra non riceverà più sole diretto, limitando la fotosintesi fogliare, ottenendo di conseguenza l’imbianchimento della zona interessata dell’ortaggio e una maggiore dolcezza.
Anche nell’orto balcone possiamo adottare questa tecnica, utile per migliorare la qualità dei porri coltivati in vaso.
In parte possiamo spostare del terriccio presente all’interno del vaso a ridosso dei fusti, e in parte possiamo provvedere ad aggiungere della paglia all’interno del contenitore, man mano che le piante crescono.
Si possono effettuare tre rincalzi nel corso dell’intero ciclo vegetativo delle piante: il primo a circa un mese dal trapianto, il secondo a un mese dal primo e l’ultimo facendo trascorrere un ulteriore mese dal rincalzo precedente.
Quando si effettuano i rincalzi, la terra andrà spostata a ridosso dei porri gradualmente, senza fretta, poiché rincalzare le piante troppo velocemente le potrebbe far marcire.
Mantenimento: operazioni colturali utili
Il porro coltivato in vaso non necessita di particolari interventi di mantenimento; sarà sufficiente rimuovere eventuali erbe infestanti cresciute all’interno del contenitore di coltivazione poiché potrebbero competere con le verdure coltivate in quanto a elementi nutritivi e acqua d’irrigazione.
Se, prima di effettuare l’operazione di rincalzo, lo strato di terreno superficiale dovesse compattarsi formando una crosta dura, possiamo servirci di piccoli attrezzi da balcone per zappettare il terreno indurito e renderlo nuovamente tenero e sciolto.
Pacciamatura e consociazioni del porro
Creare l’orto in vaso può regalare grandi soddisfazioni al coltivatore che, allo stesso tempo, dovrà provvedere a effettuare irrigazioni frequenti per poter sopperire alla veloce evaporazione dell’acqua per effetto del contenitore esposto ai raggi solari.
Uno strato pacciamante, tuttavia, garantirà una minore traspirazione del terreno permettendo al substrato di mantenere, per un intervallo di tempo maggiore, l’umidità residua dopo ogni ciclo d’irrigazione.
La pacciamatura possiamo effettuarla con della paglia o con della corteccia ; uno strato iniziale di pochi centimetri sarà sufficiente per ottenere il risultato desiderato.
Successivi strati di pacciamatura possono essere effettuati man mano che le piante di porro crescono, concorrendo anche all’essenziale imbianchimento dei fusti.
Se desideriamo coltivare il porro durante il periodo primaverile, e allo stesso tempo nell’orto balcone siamo intenzionati a coltivare le carote, possiamo posizionare i vasi di queste due orticole vicini tra loro.
Questa consociazione è una delle più famose e testate da moltissimi orticoltori poiché i benefici nel coltivare vicino queste due piante sono reciproci.
La mosca del porro viene allontanata dall’essenza profumata prodotta dalla carota, mentre la mosca della carota è infastidita dall’odore naturale che sprigiona la pianta di porro.

Avversità principali del porro: malattie e parassiti
Il porro è un ortaggio rustico che, se coltivato con buone tecniche agronomiche, difficilmente viene colpito da patologie fungine o da batteriosi.
L’insidia più grande per questa pianta orticola è sicuramente la mosca del porro, che tuttavia difficilmente attaccherà le piante coltivate nell’orto in vaso poiché è solita stanziare in luoghi agricoli dove sono presenti coltivazioni di porro a livello intensivo.
Malattie fungine del porro
- Peronospora: questa malattia crittogamica si manifesta con necrosi a carico delle foglie dell’ortaggio colpito, e conseguente afflosciamento.
Nell’orto balcone possiamo prevenire questa fastidiosa complicanza agendo preventivamente, rispettando un corretto sesto d’impianto e non bagnando le foglie del vegetale quando effettuiamo l’irrigazione. - Ruggine: le foglie delle piante di porro colpite presentano piccole macchie necrotiche e rugginose; come nel caso della peronospora, la prevenzione è l’unica soluzione possibile per escludere l’utilizzo di prodotti chimici.
Malattie batteriche del porro
Varie malattie batteriche appartenenti a diversi generi possono attaccare le piante di porro, proprio come può accadere per tutte le altre piante appartenenti alla famiglia delle liliacee.
Questi attacchi batterici creano ferite marcescenti sulle foglie che degenerano progressivamente e fanno marcire l’intera pianta. Tutti i generi di marciumi batterici a carico delle piante liliacee sono solitamente accompagnati da sgraditi odori.
Nell’orto balcone, per prevenire qualsiasi genere di complicanza batterica, dobbiamo evitare di creare ristagni idrici e controllare assiduamente l’eventuale comparsa di insetti dannosi in grado di provocare piccole lesioni, attraverso le quali si possono veicolare batteri.
Insetti nocivi per il porro
- Mosca del porro: è l’insetto più temuto per i coltivatori intensivi di porro o per chi possiede un orto in contesti non urbanizzati.
Sul balcone difficilmente ci scontreremo con questa problematica poiché questa mosca ama stabilizzarsi nelle campagne contadine.
I danni sonno provocati dalle larve nate dalle uova che sono state depositate dalle mosche sui colletti dei porri. Queste piccole larve scavano gallerie raggiungendo facilmente l’interno del fusto e provocando possibili veicolazioni di patogeni e marcescenze a carico delle zone interessate.
Nell’orto biologico si possono tenere distanti queste fastidiose mosche coltivando sinergicamente le piante di porro consociate alle piante di carota.
Quando raccogliere i porri
A seconda della varietà prescelta, i porri vanno raccolti quando il fusto è ben formato, circa 100 – 120 giorni dopo il trapianto.
All’occorrenza, i primi porri si possono estirpare anche prima, subendo l’unica controindicazione di usufruire di ortaggi più modesti.
Dall’orto alla cucina…
Il porro appartiene alla stessa famiglia della cipolla e anche in cucina molto spesso se ne fa un uso simile. La differenza principale tra questi due ortaggi è che il porro ha un gusto più delicato e meno deciso della cipolla.
Questa caratteristica fa del porro un ortaggio in grado di accompagnare diverse pietanze che, come caratteristica principale, assumeranno un gusto delicato e dolce.
I porri sono indicati anche nella preparazione di soffritti utilizzati per accompagnare risotti o ragù di carne.
L’utilizzo del porro viene spesso richiesto anche per esaltare piatti a base di pesce, poiché in grado di non coprirne il sapore delicato, da primi piatti gustosi come risotti o spaghetti a deliziosi sughi da abbinare a pesci di mare da cuocere al forno.
Inoltre, il porro può essere impiegato per la preparazione del dado vegetale fatto in casa, che potrà essere conservato comodamente in freezer e utilizzato quando necessario.