Come coltivare l’albicocco: tecniche e consigli

Prunus armeniaca, comunemente conosciuto come albicocco, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Rosacee.

L’albicocco, da adulto, diviene una pianta di medie dimensioni, raggiunge facilmente i 6 – 7 metri d’altezza, con chioma a forma di globo.

Questo albero è originario della Cina e fu introdotto in Italia e nel resto d’Europa già all’epoca romana.

Forma dell’albicocco

Solitamente, nelle coltivazioni industriali, tramite interventi di potatura annuali, questa forma naturale dell’albicocco viene gestita e modellata per rendere più agevole la raccolta dei frutti.

Nei giardini di casa, invece, ogni coltivatore o appassionato può decidere forma e altezza della pianta, in base al proprio spazio disponibile, attraverso interventi di potatura meno intensi e lasciando alla chioma uno sviluppo più naturale.

Fioritura della pianta di albicocco

La fioritura di questo albero è anticipata solo da quella del mandorlo; infatti, anche per l’albicocco, una particolare attenzione è da destare nelle zone di coltivazione dove possono avvenire gelate tardive, che possono mettere a repentaglio il raccolto di un’intera annata.

Il fiore, di colore bianco rosato, si presenta spesso appaiato uno vicino all’altro, e grazie a questa caratteristica la pianta, all’inizio della primavera, regala uno spettacolo veramente incantevole, rallegrando e colorando spazi verdi e giardini.

Subito dopo la fioritura avviene la fogliazione: come per tutte le specie dei Prunus, le foglie dell’albicocco si presentano a forma di cuore.

Come coltivare l’albicocco

Il clima ideale per la coltivazione di questo albero è caratterizzato da inverni freddi (clima continentale), primavera secca e mite, estate calda e soleggiata.

Particolarmente favorevoli sono le zone collinari o le zone pedemontane ben esposte a sud, riparate da correnti ventose ma con buon movimento d’aria.

Un vantaggio di questo albero frutto è la grande adattabilità a molti tipi di terreni differenti, grazie all’ampia gamma di portinnesti su cui si può innestare, sebbene preferisca suoli leggeri e permeabili.

In presenza di terreni meno drenanti, argillosi e umidi, è da preferirsi un portinnesto di mirabolano da seme. Mentre se innestato su franco, il terreno dovrà essere drenante e leggero, evitando terreni pesanti dove eventuali ristagni idrici potrebbero indurre a asfissia dell’apparato radicale.

Per la messa a dimora dell’albicocco, come per le altre piante da frutto, sono da evitare i mesi più freddi, dove possono avvenire gelate con conseguente indurimento del terreno.

I periodi più indicati sono l’autunno, oppure a febbraio, prima della fioritura.

Per rendere più facile la radicazione e indurre la pianta a uno sviluppo più rapido e vigoroso, è buona norma smuovere una buona cubatura di terreno, all’incirca di 70 x 70 x 70 centimetri.

Prima di introdurre la pianta nell’apposito buco creato, nella parte superiore del terreno smosso è opportuno provvedere ad una concimazione biologica iniziale, composta da fertilizzanti organici e minerali.

Una volta effettuate tutte queste operazioni, si potrà adagiare la pianta nel buco, facendo attenzione che il terreno non copra il colletto dell’albero, che dovrà assolutamente restare sempre arieggiato. Subito dopo si compatterà il terreno attorno alla pianta, pestandoci sopra, e si darà da bere.

Ottimi alleati, per ottenere una pianta forte e vigorosa, sono: compost maturo, magari autoprodotto con l’ausilio della propria compostiera da giardino, letame maturo o stallatico in pellets.

Negli anni seguenti, sempre nel periodo invernale, provvederemo ad apportare alla pianta nutrienti essenziali come quelli sopra citati, per mantenere un buon stato di salute del nostro albero.

La fruttificazione avviene sia sui rami di un anno, sia sui rametti corti (dardi o mazzetti), che si formano su rami di due o più anni.

La potatura dell’albicocco risulta fondamentale per ottenere ogni anno una buona produzione di frutta.

Un’altra tecnica che si usa nella coltivazione di questa pianta è il diradamento manuale dei frutti, circa 50 giorni dopo la fioritura, per evitare che alcuni frutti rimangano piccoli e soprattutto per non stressare eccessivamente la pianta, assicurando in tal modo una buona produzione anche per l’anno seguente.

In caso di siccità è essenziale apportare dell’acqua, specialmente in fase di maturazione dei frutti.

Le albicocche

albicocche

Di solito la raccolta dei frutti non si effettua tutta nello stesso giorno, ma si predilige aspettare man mano la corretta maturazione sulla pianta, per assaporare l’albicocca nel pieno del gusto e nutritività.

Il periodo di raccolta sullo stesso albero può durare anche una ventina di giorni.


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