Esistono delle colture, che suscitano in noi particolari sensazioni, come ad esempio il ricordo di una stagione o di una ricorrenza; parliamo delle Cucurbitaceae.
Gli esempi sono più disparati, se pensiamo all’anguria, con il suo bel colore rosso, ci viene subito in mente quella sensazione di freschezza, tanto desiderata nella stagione estiva; oppure, avvicinandosi l’autunno, che suscita nostalgia della bella stagione, le foglie degli alberi assumono un colorito diverso e cadono, l’aria frizzantina, si avvicina Halloween, ed ecco che subito il nostro pensiero si ricollega alla zucca!
Tutte queste sensazioni, non per forza necessitano di determinati luoghi per avvertirle, basta avere un pezzo di terra per sentirsi subito in spiaggia con una bella fetta di anguria; in sostanza è possibile coltivare queste colture in un orto.
Per la costituzione di un orto, vi sono a disposizione una stragrande quantità di specie orticole. La nostra attenzione cadrà sulle colture appartenenti alla famiglia delle cucurbitacee, quali: zucca, zucchine, melone, anguria e cetriolo.
La famiglia delle Cucurbitacee vanta oltre 800 specie appartenenti a circa 118 generi, diffuse nelle regioni tropicali, subtropicali, temperate e umide.
La loro presenza è anche interconnessa ai vari biomi presenti sul pianeta, quali: foresta pluviale e praterie.
A livello mondiale, questa famiglia si può considerare tra le più importanti, non solo per l’elevato numero di specie ad essa ascritte ma soprattutto per i fini utilitaristici da parte dell’uomo; infatti, questo genere di colture, non sono solo di tipo alimentare, ma anche ornamentale, dovute alla vivacità e ai colori delle foglie delle colture oggetto di interesse.
Caratteri morfologici
Le cucurbitaceae fanno parte delle dicotiledoni, il cui seme, quindi, contiene due cotiledoni che formeranno le prime foglioline durante i primi stadi di sviluppo e andranno a nutrire la piantina.
Sono piante erbacee, erbacee rampicanti o striscianti, in quanto i loro frutti, che sono falsi frutti chiamati peponidi perché molto simili a bacche, possedendo dimensioni notevoli e anche ingombranti (non riescono ad essere sorretti dai fusti).
Le radici sono fittonanti, e arrivano ad espandersi fino a 2 metri nel terreno, e danno vita a ramificazioni numerose. Le foglie non hanno stipole, i fiori invece possono essere anche ermafroditi, ovvero su un fiore esistono sia pistillo che stame, sebbene nella stragrande maggioranza sono unisessuali e sono attinomorfi, ovvero perfettamente sezionabili per ottenere due metà esattamente uguali.
La formazione dei fiori, è bene specificare, è altamente influenzata da fattori ambientali quali la temperatura; essa infatti, se risulta elevata, favorisce la formazione di fiori maschili, mentre se è bassa, di fiori femminili.
La fecondazione è incrociata ed è entomofila, quindi ad opera di insetti pronubi.
Quali sono le cucurbitaceae
Della famiglia fanno parte piante interconnesse all’alimentazione umana, quali:

Come coltivare le cucurbitaceae
Come ogni coltura, anche le cucurbitacee necessitano di particolari condizioni ed esigenze pedoclimatiche per poter crescere correttamente.
Esposizione
Le cucurbitaceae, generalmente, hanno bisogno di un clima temperato, soprattutto in fase di germinazione e di fioritura. Quindi, necessitano di climi caldi grossomodo, dove le temperature non scendono mai al di sotto dei 25 °C.
Concimazione
Innanzitutto, il terreno prediletto delle cucurbitacee è un terreno ben concimato, ricco, profondo e drenante, tendente allo sciolto e ricco di sostanza organica; non solo, dovrà inoltre contenere micro e macroelementi, in base alla coltura, oppure anche di letame. Quindi una buona e sostanziale concimazione organica è ben accetta.
Irrigazione
L’irrigazione nelle cucurbitacee è forse la fase più rilevante, soprattutto per ciò che riguarda l’accrescimento e l’ingrossamento del frutto. Quindi è bene assicurare un elevato volume d’acqua in fase di ingrossamento del frutto. Condizioni contrarie, invece, potrebbero favorire una riduzione della produzione e un deprezzamento qualitativo.
Problematiche delle cucurbitaceae e l’importanza delle consociazioni
Avversità patologiche e entomologiche sono le principali problematiche delle cucurbitacee. Queste infatti possono compromettere il giusto funzionamento del ciclo colturale e far ottenere scarse rese.
Per l’anguria (Citrullus lanatus), ad esempio, le minacce patologiche più frequenti sono il Mal Bianco (Erysiphe cichoraceaurum Sphaerotheca fuliginea) e la Peronospora (Phytophthoa infestant), seguite da quella entomologica causata per lo più da afidi.
Per la lotta al Mal Bianco e la Peronospora si possono attuare interventi agronomici, che mirano alla distruzione più che altro di residui colturali delle colture precedentemente infette; questi interventi si possono applicare anche nel caso del melone, zucca, zucchino e cetriolo, soggetti anch’essi a questa patologia.
Per far fronte alle problematiche sia di natura patologica che entomologica, una delle pratiche più efficienti a cui si può ricorrere è la consociazione, pratica molto importante che si sostituisce alla lotta con interventi chimici. Quindi si può considerare come una pratica preventiva, sostenibile e a basso impatto ambientale.
La consociazione consiste nel coltivare sullo stesso appezzamento di terreno colture appartenenti a specie diverse contemporaneamente.
I vantaggi che se ne ricavano da questa pratica sono di varia natura: sostegno tra le varie colture consociate, utilizzo proficuo del terreno e protezione naturale tra le varie colture coltivate vicino.
Tra le cucurbitacee la consociazione più famosa è tra zucche (o zucchine), fagioli rampicanti e mais, denominata anticamente “delle tre sorelle”, creando di fatto una sinergia positiva.
Il mais, sviluppandosi in verticale e avendo come caratteristica un fusto robusto, offre pronto sostegno ai fagioli rampicanti, mentre zucche e zucchine possono comodamente svilupparsi in orizzontale sul suolo favorendo anche una sorta di pacciamatura naturale, con tutti i benefici che comporta.
Inoltre il fagiolo, appartenendo alla famiglia delle leguminose, è in grado di arricchire il terreno d’azoto, favorendo lo sviluppo di zucche e zucchine, grandi consumatrici di questo elemento nutritivo.

Coltivazione delle cucurbitacee in vaso
Per chi non dovesse disporre di un pezzo di terra dove potersi creare l’orto, un’alternativa è quella di fare il proprio orto sul balcone o in altri spazi disponibili, servendosi di appositi vasi.
Come detto precedentemente, le cucurbitaceae sono delle piante che danno vita a frutti molto notevoli con dimensioni ingombranti, per cui, se l’alternativa è quella di fare l’orto sul balcone, è chiaro che bisogna dotarsi di grandi contenitori.
Per coltivare l’anguria in vaso, considerando le dimensioni che riesce a raggiungere la pianta, è necessario disporre di vasi con dimensioni altrettanto notevoli; consideriamo che il diametro minimo del vaso per rendere possibile la coltivazione dell’anguria sul balcone è di 60 cm.
Altrettanto possibile è la coltivazione in vaso della zucca. Le condizioni per poter rendere possibile la pratica sono analoghe a quelle dell’anguria, con l’ausilio però di alcuni “sostegni”.
Per la coltivazione in vaso della zucchina, invece, bisogna considerare il fatto che questa pianta si espande in orizzontale, quindi, in un certo senso, bisogna monitorare l’accrescimento, per cui è possibile utilizzare un sostegno che faccia si che la pianta si sviluppi in verticale; anche la zucchina necessita di vasi capienti.
Chi invece volesse provare a coltivare i cetrioli in vaso, le dimensioni dei contenitori dovranno comunque essere medio grandi. Potete sempre approfondire questa tecnica nell’articolo dedicato alla coltivazione del cetriolo in vaso.

Spunti e curiosità delle cucurbitaceae
Le cucurbitaceae sono colture molto interessanti soprattutto per alcune proprietà benefiche. L’anguria, ad esempio, è un frutto che contiene un’elevata quantità d’acqua; ciò la rende dissetante e drenante, oltre al fatto che contiene licopene che è un ottimo antiossidante.
Ai fini alimentari, ciò che più si utilizza della pianta è il frutto. Questo può essere utilizzato “cotto” nel caso della zucchina, o crudo, come col cetriolo o melone e anguria.
Non solo il frutto però si può mangiare! Anche il seme di alcune cucurbitacee si può utilizzare, come ad esempio i famosi semi di zucca tostati.
Le colture oggetto di analisi in questo articolo rivestono un ruolo di fondamentale importanza nell’ambito dei mercati agro-alimentari, come nel caso delle angurie. Sul mercato, oggi, troviamo produzioni differenziate e vi è la presenza delle mini-angurie, con pezzatura molto più ridotta rispetto alle tradizionali, che accontenta le esigenze del singolo consumatore.
In Italia, nell’ambito delle cucurbitacee, troviamo delle vere e proprie eccellenze come Melone mantovano IGP e l’anguria reggiana IGP; ma non solo, vi sono una serie di eccellenze culinarie.
Ricordiamo i famosi “Cappellacci di zucca alla ferrarese”, con riconoscimento IGP che è una tipica pasta ripiena dell’Emilia Romagna.
Inoltre, la presenza di queste colture si può riscontrare in piatti molto semplici e genuini. Nel caso delle zucchine, ad esempio tagliate alla julienne, queste rappresentano un ottimo contorno fresco che si presta bene ad accompagnare sia secondi di carne che di pesce; oppure, la zucca, con la quale potete creare delle squisite polpette di miglio zucca e ricotta alla salvia.
Soffermandoci ai piatti, quindi, abbiamo parlato delle proprietà benefiche che posseggono queste colture, ma in cucina o nell’alimentazione si sa, a volte è lecito anche sgarrare! Vogliamo parlare dei tanto amati fiori di zucca in pastella? Qui vi è presenza di frittura, ma non si può negare quanto squisiti siano!